Costi politica ed Enti locali, la Bicamerale boccia il decreto Monti

La Commissione Bicamerale per gli Affari regionali ha bocciato il decreto del governo sui tagli ai costi della politica

Costi politica ed Enti locali, la Bicamerale boccia il decreto Monti

Un secco no. Una bocciatura in piena regola. La commissione Bicamerale per gli Affari Regionali ha stroncato il decreto sui tagli ai costi della politica di Regioni e Enti locali. Un netto "parere contrario" dato alle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera che stanno esaminando nel merito il testo.

È rarissimo che le commissioni chiamate a esternare un parere alla commissione di merito si esprimano del tutto negativamente. La Bicamerale per gli Affari Regionali punta il dito contro l’articolo che prevede che la Corte dei Conti debba operare un controllo di legittimità preventivo su tutti gli atti normativi e di programma di Regioni (tra cui la spesa sanitaria) e di Enti locali.

Su questo la commissione rileva "la carenza di incisive modalità di interazione ed interlocuzione con le autonomie territoriali in relazione all’esigenza di una graduale modulazione degli interventi in materia di rafforzamento della partecipazione della Corte dei Conti al controllo sulla gestione finanziaria".
Niente da eccepire invece sull’articolo che taglia i costi della politica, anche se viene ravvisata "l’opportunità di un rafforzamento della leale collaborazione tra Stato e autonomie territoriali in merito al contenimento delle spese". Pur considerando “apprezzabili le misure tese a determinare una riduzione dei costi della politica nelle regioni”, tuttavia la commissione ritiene “insufficiente l’impianto complessivo del provvedimento e di non piena compatibilita’ con le prescrizioni del Titolo V della Costituzione”, si legge nel parere.

Il decreto era passato in Consiglio dei ministri a inizio ottobre, mentre imperversavano gli scandali politici legati all'uso dei fondi pubblici di alcune Regioni, in primis quella del Lazio. Tra i provvedimenti contenuti nel decreto ci sono i tagli ai compensi di consiglieri e assessori, nonché viene fissato un tetto agli stessi. Poi è presente lo stop ai vitalizi facili, una stretta alle poltrone, il controllo sui bilanci e sulle spese degli enti da parte della Corte dei conti, il pareggio di bilancio, la non ricandidabilità di amministratori che abbiano contribuito al dissesto finanziario dell'ente, controlli sulle attività partecipate.

Nonostante la bocciatura del decreto, la Corte di Conti ha già applicato alcune misure contemplate dal testo. Come quella sui controlli degli atti di Regioni ed Enti locali. "I Presidenti delle Sezioni regionali di controllo hanno comunicato la già avvenuta attuazione di numerose delle disposizioni introdotte con il suddetto decreto, con l'avvio dei procedimenti di controllo degli atti di Regioni ed enti locali.

Gli stessi hanno riferito in ordine alla piena disponibilità manifestata dalle amministrazioni regionali e locali a collaborare per una celere ed ottimale attuazione delle nuove norme" si legge in una nota della magistratura contabile.

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