La sorella del ministro Giuli all'attacco di Report: "Costretta a parlare di mio figlio malato"

Ennesimo passo falso per la trasmissione Report: l'annunciato servizio contro la sorella del ministro della Cultura la obbliga a rivelare questioni privatissime

Il ministro della Cultura e sua sorella, Antonella Giuli
Il ministro della Cultura e sua sorella, Antonella Giuli
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Report continua a scavare nel tentativo di innervosire il governo e di infilarsi nei corridoi per far emergere lo "scoop". Ma la ricerca spasmodica, ancora una volta, si ritorce contro il programma condotto da Sigfrido Ranucci. È stata annunciata, per la puntata in onda stasera, un'inchiesta che coinvolge Antonella Giuli, sorella del ministro della Cultura, impiegata come ufficio stampa della Camera. "Si può costringere una donna, una madre, una professionista che gode della stima dei suoi datori di lavoro a rivelare la verità dolente di una vita privata funestata dalla malattia d’un bambino di 7 anni irreversibilmente malato?", è la domanda che la donna pone all'inizio della sua lettera aperta in risposta alla trasmissione di Rai3.

La tesi che il programma cercherà di portare avanti nel corso del servizio è che Giuli, che svolge il ruolo di ufficio stampa della Camera dei Deputati con un compenso annuale di 120mila euro, lo trascurerebbe per occuparsi della comunicazione di Fratelli d'Italia. Questo perché, sostiene Report, è molto amica di Arianna Meloni, sorella del premier. "A differenza degli altri dipendenti dell'ufficio stampa, non partecipa ai turni del fine settimana ed è sollevata da tutta una serie di incombenze, come la rassegna stampa", ha dichiarato una fonte anonima al giornalista di Report.

"Che cosa fa Antonella Giuli durante il fine settimana? Lavora forse per Fratelli d’Italia? Ho risposto in modo sincero e preciso a quella domanda: vivo il tempo liberato dal lavoro come meglio credo; e cioè, salvi rarissimi casi, con la mia famiglia", prosegue Giuli, che mette in dubbio il fatto che Report possa mandare in onda questa sua risposta. "Questo dubbio, appunto, mi induce a rendere pubblica una verità che io e mio marito avremmo voluto proteggere nel più stretto e amorevole riserbo: i miei fine settimana, i miei pochi attimi di libertà strappata alla vita sociale giornaliera, ma soprattutto le mie notti e i miei tormentati pensieri sono dedicati al mio dovere di madre di due bimbi piccoli uno dei quali [...] affetto da una grave patologia curabile ma non guaribile, tale da rendere necessario il contributo della legge 104 art.3 comma 3", scrive nella lunga lettera. Ecco perché, prosegue, "all’alba sono dispensata dalla selezione della rassegna stampa cui si dedicano i miei generosissimi colleghi: devo preparare mio figlio e portarlo a scuola, dove è atteso da un’ammirevole maestra di sostegno".

Era necessario, si chiede Giuli, "che mi spingessi a tanto? Sì e no, considerando il clima di attenzione (aggressione?) mediatica cui vengo sottoposta con crescente morbosità; forse, anche, in quanto sorella d'un ministro della Repubblica... Ma la vera domanda che mi pongo, che vi pongo, è un'altra: è giusto o no che oggi mi ritrovi in questa condizione?". Domanda retorica per chiunque abbia buon senso, ma non per tutti, evidentemente. "Nella condizione di dover giustificare a cielo aperto il diritto, riconosciutomi dalla legge, di accudire il mio intraducibile dolore personificato in Giulio? Un giorno, se la malattia glielo consentirà, mio figlio verrà a conoscenza di tutto questo e me ne chiederà conto, ce ne chiederà conto. Io so già che cosa rispondergli", prosegue. E Report, invece, conclude Giuli, "e tutti coloro che hanno contribuito ad alimentare questi falsi teoremi, che risposta hanno, posto che ne abbiano una?".

Pronta la replica del programma tramite una nota di Ranucci: "In merito a quanto anticipato da Antonella Giuli, Report ribadisce che non ha alcuna morbosità nei suoi confronti, né nei confronti del fratello Ministro. Non è neppure vero che è accusata di essere assente sul lavoro. L'inchiesta a firma del nostro Giorgio Mottola documenta che Antonella Giuli, pur essendo stata assunta per chiamata diretta presso l'ufficio Stampa della Camera dei Deputati, come altri colleghi di altri partiti, abbia continuato a occuparsi di comunicazione in favore di Fratelli d'Italia e in particolare di Arianna Meloni". Circostanza, questa, prosegue Ranucci, "espressamente vietata dal suo contratto, che richiede l'esclusività e vieta ogni attività politica". A Ranucci ha risposto direttamente Fratelli d'Italia: "Completamente falso che Antonella Giuli abbia lavorato per la nostra comunicazione dopo essere stata assunta alla Camera dei Deputati. Chiunque racconti o faccia intendere diversamente sta consapevolmente diffondendo informazioni non veritiere a scopo diffamatorio".

Intanto Fratelli d'Italia fa quadrato attorno alla donna. "Da quando accompagnare un esponente politico, un'amica, nelle sue uscite pubbliche equivarrebbe a fare attività politica? Qualcuno spieghi a Ranucci, conduttore del fu programma d'inchiesta Report, le basi, ovvero qual è la differenza tra fare politica e accompagnare una persona che fa politica. La mia solidarietà ad Antonella Giuli, finita incolpevolmente nel tritacarne mediatico attivato da chi, in luogo di fare giornalismo, ha deciso sì di fare politica, nel modo più becero, scavando nella vita privata e nello spazio più intimo delle persone", ha dichiarato Sara Kelany, deputata e componente della Commissione Vigilanza Rai. "O Ranucci continua a mandare sconclusionati pizzini intimidatori (il fratello di Antonella è il ministro Alessandro Giuli), oppure con i suoi ripetuti lapsus Ranucci ci conferma nell’idea di essere caduto preda di una autentica ossessione patologica, della quale un buon analista saprebbe dare adeguate spiegazioni e per la quale dovrebbe suggerire una conseguente terapia", prosegue Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

"Non posso che esprimere la mia solidarietà ad Antonella Giuli, ingiustamente infilata nel tritacarne mediatico dalla trasmissione Report. Professionista di grande livello, stimata e apprezzata per il suo lavoro, è stata trascinata nell’arena politica per il solo fatto di essere sorella del ministro Alessandro Giuli, e costretta a fare dichiarazioni privatissime per difendere la sua onorabilità professionale. È l’ennesimo triste capitolo scritto da una sinistra alla spasmodica ricerca di appigli per prendere a spallate l’esecutivo Meloni. Quello di Report non è giornalismo, ma sciacallaggio del più basso livello", sono le parole di Cinzia Pellegrino, senatrice di Fratelli d'Italia. "Nuovamente Report si rende protagonista di un pessimo esempio di Servizio pubblico. Non avendo trovato qualcosa per attaccare il neo ministro Giuli, se non il classico servizio 'tutto fumo e niente arrosto', adesso decide di rivolgere il suo linciaggio quotidiano verso la sorella, a cui va la mia solidarietà unita alla stima per la sua professionalità unanimemente riconosciuta.

Ormai diventa difficile anche parlare di giornalismo nel caso di Report, siamo semplicemente dinanzi a una trasmissione che getta fango su avversari politici, che fa da sponda alla sinistra per fare opposizione", ha dichiarato la deputata Augusta Montaruli, vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai.

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