"Ci sono misure buone, alcune meno buone e discutibili" ma quello che serve davvero al Paese per ripartire è "un Patto per la crescita e per il lavoro che impegni tutti i soggetti: senza non si va da nessuna parte. Senza si rischia una declamazione e basta". Non usa mezzi termini il leader Cisl, Raffaele Bonanni, nel commentare l’agenda del governo.
"Insisto, senza l’accordo con le parti sociali e gli enti locali - precisa Bonanni - mi chiedo quale efficacia possano avere tutte queste misure. Senza l’accordo di tutti perdono di forza. Servono il sostegno e il controllo sociale. Ci vuole un Patto per la crescita e per il lavoro che impegni tutti i soggetti, senza non si va da nessuna parte. Mi aspetto che anche i sindacati siano convocati dal governo al tavolo in programma con le imprese e le banche il 5 settembre" proprio per discutere degli interventi da mettere in campo. "Perché a quel punto chi vuole prendere impegni li prende".
Il segretario della Cisl indica quelli che a suo parere sono interventi positivi e quelli che invece sono discutibili.
"Ci sono misure buone", spiega, "per esempio i concorsi per l’assunzione di docenti nelle scuole, la
dismissione del patrimonio dello Stato, che chiediamo da tempo anche se speriamo sia esclusivamente del
patrimonio immobiliare senza toccare gli asset industriali che fanno così gola e che non dobbiamo cedere in
alcun modo. Ci sono misure meno buone perché - prosegue - non si capisce bene cosa significa liberalizzare
le poste senza vedere che le passate liberalizzazioni nel settore postale non hanno portato migliori servizi né
migliori costi".
Bonanni esprime molte perplessità anche sulla armonizzazione della riforma del mercato del lavoro privato
con quella del pubblico, confermata venerdì dal Cdm: "C’è un’ulteriore stretta sugli statali che
non comprendiamo bene, perchè non è trasparente, non è precisa, non è chiara fino in fondo". E soprattutto
chiede di "aggredire la questione fiscale.
La vicenda delle tasse è persino elementare: più il volume della
pressione fiscale diminuisce, più il volume dell’attività economica cresce". Per Bonanni bisogna diminuire il peso
del fisco a partire dal lavoro, e allo stesso tempo aumentare la lotta all’evasione.
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