Dai serial killer ai kamikaze: se le figurina diventa una collezione degli orrori

Il più colorato dei passatempi può trasformarsi, nelle mani sbagliate, in una galleria pulp. Ecco allora l'album dell'Intifada e quello dei serial killer americani. La sola salvezza? Le figurine dei santi

Dai serial killer ai kamikaze: se le figurina diventa una collezione degli orrori

Con le figurine ne hanno fatte di tutti i colori. Sembrano innocue, colorate, fatte apposta per bambini e nostalgici. Ma dipende sempre da chi le fa e per cosa. In questi anni per esempio si sono moltiplicate le collezione pulp. Una più brutta dell'altra. L'album dell'Intifada, in copertina la moschea di Al Aqsa, 229 rettangoli bianchi da riempire, come le lapidi di un cimitero. Ci si scambia le figu dei kamikaze, dei morti suicidi, quello che si è fatto esplodere al Check point ce l'ho, quello che ha fatto strage al ristorante mi manca, però la mamma martire ce l'ho doppia, mi devi almeno dieci cadaveri per averla. Con uno shekel, più o meno 20 centesimi, ti potevi portare via una bustina da dieci figu. Ci sono le sassaiole, i feriti, il nemico, il soldato israeliano. Vanno anche alla tv dei ragazzi. Sono come i pokemon. In mezzo il puzzle, 12 rarissimi pezzi che raffigurano la morte di un ragazzino che cerca invano di ripararsi col corpo del padre. In premio per chi lo completa un computer.
Poi ci sono le raccolte americane dedicate ai serial killer. Il mostro di Milwakee, il killer del sentiero, il macellaio di Woodside. Cannibali, stupratori, psicopatici, tutti nello stesso album come foto segnaletiche. Raccolta che si fa a pezzi. Se ti manca una figu magari la trovi nel frigorifero insieme a un paio di teschi. Ci fu anche una battaglia legale nello stato di New York per impedire che l'album, quaranta figurine, una più sinistra dell'altra uscisse tra le collezioni proposte ai bambini. Stampa Alternativa ideò la versione italiana: solo dodici pezzi, le più ricercate Donato Bilancia, la saponificatrice di Correggio. Dicono girassero nel mercato nero dell'underground da anni. Conquista, dicono, larghe fette di pubblico...
Poi c'è la politica, la religione. Ma almeno sono curiose. «El album de la rivolucion cubana», il Che, i Barbudos della Sierra Maestra, Fidel, edizione del 1959, portati in Italia dalla Elleu Multimedia la casa editrice di Alfio Marchini. C'erano dentro anche un paio di dissidenti poi finiti in galera. La salvezza? L'Album dei santini, Raccolte magiche editore, prefazione del cardinale Tonini, 400 figurine, San Filippo, Sant'Apollonia, San Cirillo, che ripercorrevanoo la storia delle immaginette sacre dal Settecento a oggi, le immagini più venerate della vergine Maria, molti sono rimasti fuori perché contando anche i martiri in tutto sono 9900 e molte cause sono ancora aperte. Soltanto nei primi due mesi ha venduto 65mila copie, un milione di bustine, 5mila raccolte complete in italiano, 3mila in inglese. Padre Pio, sant'Antonio da Padova e San Giuseppe le più richieste. Ma scatenò proteste perché nella prima edizione non c'era San Gennaro.
La casa Editrice Tre Lune di Mantova buttò sul mercato Ri-Costituente (con una bottiglia di zabaione Vov in copertina), un album un po' serio e un po' comico, sulla Costituzione. 53 spazi, 50 centesimi a pacchetto, album a un euro solo nelle librerie. Dove a illustrare l'articolo 35 «La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme» c'è la figu di un operaio annerito dalla polvere. Sembra un album di tanti anni fa. Anche la Panini finì dentro la raccolta «trasgressiva».

Quando Keith Bates il dirigente australiano che controllava l'azienda di Modena per il gruppo Maxwell decise di lanciare le figurine sul Kamasutra. Bozzetti già pronti ma la protesta del sindaco e i consigli dei collaboratori lo fecero desistere. Meglio, si decise saggiamente, non fare figuracce...

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