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La democrazia delle forze dell'ordine

In una nazione dove pago più del 50% di tasse, esigo che lo Stato sappia e possa difendermi, o che ammetta le sue difficoltà e mi lasci difendere in sua assenza

Scontri tra forze dell’ordine e antagonisti a Bologna
Scontri tra forze dell’ordine e antagonisti a Bologna
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Lo scudo penale per le forze dell'ordine servirebbe come il pane ma, se dovessi scommettere un euro, non si farà o non si farà come pensato. Perché la vera sfida ormai non è solo tra destra e sinistra. Ma tra chi vuole che le cose restino così, in una perenne lotta tra chi diffida e chi difende polizia e carabinieri, affidando al caso il futuro dell'Italia che Goldman Sachs vede nero (fuori dal G20 nel 2050), e chi le vuole cambiare per modificare l'orizzonte dal nero al roseo.

Nei prossimi anni l'Italia non diventerà un paese più ricco. Questo lascia intendere che la criminalità di oggi non scenderà più di tanto anche perché non saliranno vertiginosamente le occasioni di rinunciarvi per chi delinque, a volte anche per necessità. Se le forze dell'ordine dovessero intimidirsi più di quanto già non accada, orde di persone che arrivano qui senza che l'economia sia sufficientemente libera da emanciparli e integrarli, e italiani che vanno sotto la linea di galleggiamento della dignitosa sopravvivenza, avrebbero mano libera per pervadere l'ennesima sacca di lassismo che colora il funzionamento di uno Stato già oggi incapace di difenderci. Poi non ci lamentiamo se i giovani subiscono la fascinazione di regimi che al costo di un voto popolare in meno garantiscono certezza di sicurezza comoda per chi come noi ragiona da consumatore più che da cittadino. Milano è presa d'assalto dalla microcriminalità perché tra le grandi città italiane è la più ricca, ed è abitata da nuovi arrivati che non hanno sufficienti chance di preferire il lavoro alla delinquenza; se aggiungiamo maggiori vincoli o nel contrasto della pericolosità sociale o timori anche se la si esercita energicamente ma nell'alveo del consentito, dove finiremo? I ricchi potranno dotarsi di sicurezza privata. Ma chi ha meno, che farà? E chi vuole dedicare le sue preoccupazioni alla creazione di un proprio futuro professionale, perché dovrebbe appassionarsi ad avere preoccupazioni relative al suo orologio, portafogli, scooter o auto che sia?

Non sono capricci. In una nazione dove pago più del 50% di tasse, esigo che lo Stato sappia e possa difendermi, o che ammetta le sue difficoltà e mi lasci difendere in sua assenza. Crimine zero non può esistere, certo, ma nemmeno che si complichi la tendenza a quell'obiettivo. Alle forze dell'ordine va garantita la libertà di compiere il proprio dovere, anzitutto quello di proteggere i più deboli, quelli che da un reato contro il patrimonio si riprendono più difficilmente; a noi cittadini la chiarezza di quel che abbiamo indietro dal diluvio di tasse che ci rende poveri anche se lavoriamo tanto; e a chi vuole delinquere deve essere chiaro che il primo giro non è gratis: in carcere ci puoi andare subito.

Ma per minacciare questa deterrenza, deve cadere la percezione avvalorata dalla cronaca che le forze dell'ordine o usano i guanti bianchi o non possono nulla, che la giustizia sia veloce e severa (e non distratta da pochi colletti bianchi che ingolosiscono troppi magistrati) e che le carceri abbiano posti disponibili, oggi occupati invece da chi e' in attesa di un processo che in un caso su due finisce in assoluzione. Perciò, avanti tutta sulla sicurezza.

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