"Destra partito della paura". Torna Vendola e scommette sulla Schlein

Vendola auspica un ritorno alla sinistra radicale: "Serve una critica agli apparati economici, al patriarcato e al capitalismo"

"Destra partito della paura". Torna Vendola e scommette sulla Schlein

La nuova speranza degli ultra-progressiti e della sinistra radicale si chiama Elly Schlein. Con buona pace dei dem più moderati. Ad assicurarlo è chi il mondo della gauche italica lo conosce bene, come Nichi Vendola. Dopo la designazione della deputata luganese alla guida del Pd, l'ex presidente della Puglia e fondatore di Sel è infatti tornato a farsi sentire per formulare i propri auspici politici sul nuovo corso inaugurato dalla 37enne. Stuzzicato dai giornalisti, incuriositi dal suo parere sulla nuova leader di partito, l'ex parlamentare ha di fatto lanciato la propria scommessa: "Il Pd mi sembrava non la risorsa ma la barriera della sinistra. Tuttavia, la novità di queste primarie è sotto gli occhi di tutti. Oggi nutro una prudente fiducia".

Vendola e il "nuovo paradigma" Schlein

L'arrivo della Schlein al Nazareno, infatti, rappresenta una buona notizia soprattutto per chi ancora crede che l'Italia abbia bisogno di una svolta radicale a sinistra. Elly - ha spiegato Vendola al Quotidiano Nazionale - "è innanzitutto l'espressione di una nuova generazione, di un nuovo linguaggio, di un nuovo paradigma della sinistra. Il suo pathos, la sua fisicità, la sua narrazione, tutto questo appare come una rottura profonda con l'immagine desolante di un Pd specchio dell'establishment". Ecco spiegata, se pur con l'arzigogolato linguaggio dell'ex politico pugliese, la speranza che i progressisti nutrono nella deputata luganese: quella che il partito dem venga scardinato nei suoi vecchi apparati, con una conseguente e più netta svolta a sinistra.

"Elly rappresenta una sfida seria e difficilissima, direi quasi acrobatica e contro-natura, rispetto all'attuale organizzazione", ha proseguito Vendola, spiegando che "si tratta soprattutto di ricostruire una visione e una prassi politica fondate sulla critica radicale del mondo che abitiamo, della sua forma economico-sociale, del moderno cannibalismo che produce". Anche in questo caso, l'eloquio va un pochino decrittato ma senza particolari difficoltà. Da certe argomentazioni si coglie infatti la tentazione al ritorno di alcuni vecchi paradigmi ideologici storicamente cari ai progressiti.

La retorica di Vendola contro la destra

Puntualissima poi la retorica della contrapposizione con l'avversario, già sfoderata dalla stessa Schlein. "La destra si è costituita come partito e impresa della paura", ha sentenziato Vendola, lamentandosi però anche per il fatto che la sinistra si è rinchiusa nel "dorato condominio istituzionale". Da qui, l'ulteriore ragionamento dell'ex parlamentare: "Se la sinistra non profuma di popolo, non impugna la bandiera della redistribuzione della ricchezza, non costruisce il programma del riscatto sociale e della pace, allora è e sarà la destra a entrare e straripare nei territori della frustrazione, della precarietà sociale e delle mille solitudini". E chi mai - se non altro, per mancanza di valide alternative - potrebbe interpretare questo afflato progressista se non la nuova segretaria dem?

La critica al patriarcato e al capitalismo

E infatti la speranza dichiarata dal redivivo Vendola è quella che la nuova leadership democratica dia inizio a un "processo costituente" della sinistra del futuro, con al centro due parole "marginalizzate e neglette": pace e disarmo. Sul punto si prevedono non facili equilibrismi della nuova segretaria dem, chiamata a fare sintesi tra le diverse posizioni della sinistra sugli armamenti. Quanto agli altri temi di primario interesse, il panorma descritto dal fondatore di Sel è abbastanza fumoso. Nichi ha infatti auspicato che i temi progressisti non rimangano slogan ma si traducano in una critica al "potere dei poteri".

Ovvero: "il potere dei maschi e il potere degli apparati economici, il patriarcato con i suoi colpi di coda e il capitalismo con la sua natura predatoria, con la sua finanza che divora l’economia reale, con la sua irresponsabilità mascherata da greenwashing". Alzi la mano chi, in concreto, ci ha capito qualcosa.

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