"Dittatori". "Poveri fascisti". La piazza anti-riforme della sinistra sforna solo insulti

Cartelli con scritte offensive contro il governo Meloni, cori di "Bella ciao" e attacchi dal palco: Pd, M5s e Avs contestano premierato e autonomia, ma in piazza Santi Apostoli non mancano i messaggi di odio

"Dittatori". "Poveri fascisti". La piazza anti-riforme della sinistra sforna solo insulti
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Piazza Santi Apostoli a Roma si tinge di rosso per via della manifestazione organizzata da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e +Europa contro le riforme del premierato e dell'autonomia volute dal governo Meloni. Sotto la musica diffusa dagli altoparlanti, un paio di volte i manifestanti hanno intonato l'ormai immancabile "Bella ciao". Non solo, ma tra i cartelli esposti compaiono anche le scritte "Dittatori d'Italia altro che fratelli" e "Aggressione in Parlamento", nonché "Siete e sarete sempre dei poveri fascisti": triste parafrasi di una celebre di Silvio Berlusconi rivolta, anni fa, ai "poveri comunisti". Il tutto condito da "Meloni è fiera delle sue giovanili neofascista" e dal riferimento agli "squadristi" durante l'intervento sul palco dei comitati promotori.

"È una bellissima piazza, con tanta partecipazione - festeggia comunque la segretaria del Pd, Elly Schlein -. L'abbiamo convocata in pochi giorni. La bellezza di vedere tante bandiere, diverse e tutte insieme, unite per difendere la costituzione e l'unità nazionale". La leader dei dem prosegue poi con il solito refrain per quale la riforma costituzionale "spacca l'Italia", così come quella sull'autonomia differenziata: "Stanno forzando anche alla Camera per portare avanti una legge che vuole aumentare le diseguaglianze". E infine, rivolgendosi all'esecutivo di centrodestra, promette: "Li fermeremo insieme, li dobbiamo fermare". A margine della manifestazione, presente anche il grande nemico di Giorgia Meloni (ma anche della stessa Schlein): ovvero Vincenzo De Luca: "Non penso che lei possa vincere il referendum sul premierato. Il popolo italiano non credo che voglia mettere il Paese in mano a una... non voglio dire una brutta parola". Come se non fosse già bastato l'insulto rivoltole quattro mesi fa dal governatore campano.

Assenti in piazza Azione e Italia Viva, la protesta era stata promossa subito l'episodio alla Camera dei Deputati che aveva riguardato il parlamentare grillino Leonardo Donno, un po' anche per strumentalizzare politicamente quella deprecatile scena: "Non saranno calci e pugni che ci fermeranno, contro l'autonomia che spacca l'Italia è il premierato la nostra riposta è forte e unitaria: no pasaran!", dichiara Giuseppe Conte - al suo primo comizio dopo la scoppola alle Europee - citando il discorso della rivoluzionaria e parlamentare basca Dolores Inarruri in difesa della Repubblica nel 1936. Nicola Fratoianni invita il pubblico a urlare a squarciagola la parola "unità", ma in pochi lo seguono; mentre il suo compare di partito, Angelo Bonelli, grida contro i rappresentanti del centrodestra: "Siete la vergogna dell'Italia" mentre ripercorre le recenti polemiche sulla X Mas e sull'inchiesta di FanPage sui giovani di Fratelli d'Italia.

Il presidente dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo, pur di andare pervicacemente contro il governo, mette insieme anche le profanazioni alla tomba di Enrico Berlinguer e al monumento di Giacomo Matteotti per i quali (naturalmente) non c'entra niente. Ma - c'è da scommettere - i toni delle opposizioni saliranno d'intensità da qua al futuro referendum confermativo.

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