Dovevano essere le prove generali per un nuovo e inedito "campo larghissimo" del centrosinistra: e invece (come al solito) di defezioni ce ne saranno parecchie. Sulla manifestazione contro le riforme volute dal governo Meloni si spacca infatti l'opposizione. Domani a Roma, in Piazza Santi Apostoli, andrà in scena la protesta anti Autonomia e Premierato organizzata da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. Un'iniziativa nata lo scorso giovedì non tanto per mettere in luce i contenuti dei due provvedimenti giudicati negativamente dai partiti di sinistra, ma quanto per sottolineare nuovamente quanto sia stata "squadrista" (ipse dixit) la reazione di quei parlamentari della maggioranza che hanno tentato di colpire il deputato grillino Leonardo Donno dopo che quest'ultimo aveva sbandierato il Tricolore addosso al ministro Roberto Calderoli.
Sulla scia di quell'episodio (certamente deprecabile) le forze guidata da Schlein, Conte, Fratoianni e Bonelli ne hanno approfittato subito per strumentalizzare l'intero dibattito sul pacchetto di riforme costituzionali proposto dall'esecutivo nazionale di centrodestra contro il quale - c'è da scommettere - verranno dedicati i classici messaggi propagandistici per metterlo sullo stesso piano del regime fascista. Anche perché, oltre ai già citati Pd-M5s-Avs, parteciperanno in piazza anche le Acli, la Cgil, +Europa - con il segretario Riccardo Magi che fremerà anche per rivangare gli strattonamenti che aveva subìto dopo il suo blitz in Albania durante la presentazione del centro di prima accoglienza a opera di Giorgia Meloni ed Edi Rama - nonché l'immancabile Anpi, già pronta alla chiamata alle armi "contro queste destre estreme e ringhiose" autrici di "continue intimidazioni e provocazioni".
Assenti invece Azione e Italia Viva. I due partiti dell'ex Terzo polo lo hanno detto chiaramente: non scenderanno in piazza a fianco dei movimenti che hanno dato vita al cosiddetto "modello Todde". Nella piazza dove nel 1996 l'Ulivo di Romano Prodi ebbe la sua benedizione non ci sarà pertanto aria di "ammucchiata rossa". Carlo Calenda ha spiegato alla Schlein che i suoi rappresentanti resteranno in Senato e alla Camera rispettivamente su Premierato e Autonomia. "Ora questa battaglia va fatta in Parlamento. Quando ci sarà il Referendum occorrerà portarla nel Paese - ha spiegato l'ex ministro dello Sviluppo economico -. La nostra preoccupazione è che i prossimi mesi siano spesi parlando solo di questo mentre salari, scuola e sanità continuano a sgretolarsi".
Meno esplicito invece Matteo Renzi, ma fonti di Iv fanno chiaramente sapere che anche l'altra forza centrista non si aggregherà alla protesta. Insomma, se quella di domani era un'occasione per rilanciare visivamente un'accozzaglia che avesse come collante solo l'antimelonismo viscerale, sarà per un'altra volta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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