Giorgia Meloni è intervenuta alla XVII edizione degli "Stati Generali della Diplomazia" in corso a Roma con una lettera, letta in sala, e non con il consueto videomssaggio, che comunque era previsto, in quanto il presidente del Consiglio in questi giorni soffre di un abbassamento di voce. Condizione che si è acuita dopo la partecipazione alla cerimonia di chiusura di Atreju. "Ci aspetta un anno molto impegnativo, tutto intorno a noi sembra cambiare, e le poche certezze che pensavamo di avere non sono più tali", ha scritto il premier nel suo messaggio. L'Italia, ha proseguito, "deve dimostrare di essere all'altezza del compito che la storia ci ha assegnato, dimostrarlo ai cittadini che governiamo, ai nostri connazionali che vivono in ogni parte del mondo, ai nostri figli e nipoti che erediteranno la Nazione".
Questo l'appello del presidente del Consiglio ai diplomatici, ai quali ha voluto ricordare che "ogni nostra azione, ogni vostra azione, può fare la differenza. Affrontare i problemi piuttosto che rinviarli, avanzare piuttosto che indietreggiare, preferire ciò che è giusto a ciò che è utile, questo è il nostro compito, difficile ma necessario". Noi, ha concluso, "faremo la nostra parte, e sono certa che voi non sarete da meno". Precedentemente, nella sua missiva, il premier ha fatto un quadro generale del ruolo dell'italia nel contesto geopolitico internazionale, sottolineando che "c'è chi strumentalmente dipinge l'Occidente come una fortezza chiusa, autoreferenziale e indifferente alle istanze che arrivano dal Sud Globale. Sono orgogliosa che l'Italia abbia contribuito a dimostrare che questa narrazione è falsa". Il G7, ha proseguito, "è un'offerta di valori che si apre al mondo e vuole costruire sviluppo e crescita condivisi".
Credo, ha aggiunto, "che questa sia una delle eredità più significative della Presidenza italiana del G7, e desidero ringraziare ancora una volta i ministri, i diplomatici e i funzionari che hanno lavorato senza sosta per raggiungere questo obiettivo e gli altri che ci eravamo posti". È nostro compito, ha proseguito, "dare continuità a questo percorso. Intendiamo, per questo, dedicare nel 2025 una delle direttrici prioritarie della politica estera italiana allo sviluppo di un rinnovato legame con il Sud Globale". In questi due anni, ha scritto ancora, "abbiamo rafforzato le nostre tradizionali alleanze, ma abbiamo anche aperto canali di confronto con partner con i quali prima si parlava poco o con cui i rapporti erano meno intensi. E questo è un grande valore aggiunto". A tal proposito, ha chiesto ai diplomatici di dedicarsi al "compito di sostenere l'accelerazione per la messa a terra del Piano nell'ottica di 'europeizzare' e 'internazionalizzare' sempre di più il Piano Mattei, rafforzando le sinergie già esistenti con il Global Gateway dell'Ue e la Partnership for Global Infrastructure and Investment".
Alla "nuova relazione con il Continente africano e con l'India", spiega ancora, "dobbiamo saper affiancare nel 2025 un rinnovato rapporto con l'America Latina, alla quale l'Italia e l'Europa sono unite da profondissimi legami storici e culturali, alimentati quotidianamente dalla fortissima presenza di connazionali e italo-discendenti".
Quindi, il premier ha voluto anche ricordare come i prossimi mesi saranno importanti per l'Unione europea in quanto l'ingresso "delle nazioni dei Balcani Occidentali è un tema di nuovo prioritario nell'agenda europea. Dobbiamo continuare a lavorare per questo obiettivo, perché, come ho più volte ribadito, il loro ingresso nell'Ue sancirebbe finalmente il completamento della riunificazione dell'Europa".
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