La donna del terzo millennio riscopre pop art e anni '60

La donna del terzo millennio riscopre pop art e anni '60

ParigiSi parte dalla riscoperta della donna come opera d'arte (Valentino) e si arriva agli anni Sessanta (Saint Laurent). In entrambi i casi c'è la straordinaria capacità d'infondere il nuovo in una storica griffe senza farsi schiacciare dall'immenso edificio del ricordo. Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri hanno peraltro la grande chance di festeggiare il fondatore della maison e il suo socio di sempre, Giancarlo Giammetti, nel finale di una sfilata spiazzante come è stata la corrente artistica cui si sono ispirati. I due designer romani hanno infatti visto la mostra dedicata a Giosetta Fioroni dalla Galleria d'arte moderna della capitale. Da lì l'idea d'incontrare questa donna straordinaria, fondatrice con Tano Festa, Franco Angeli e Mario Schifano della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, ovvero la corrente artistica del pop all'italiana, più colto ed elaborato della pop art americana. «Quell'incontro è stato come un sasso nello stagno» rivelano i due designer raccontando che l'artista li ha introdotti nel mondo delle donne che nella seconda metà del ‘900 trovarono la libertà immolandosi sull'altare dell'arte. Ecco quindi Carol Rama con i suoi scandalosi bricolage, la grande astrattista Carla Accardi scomparsa solo qualche giorno fa senza dimenticare Palma Bucarelli, la raffinata signora sovrintendente della Galleria d'Arte Moderna di Roma dal '48 al '75. Prendere questo mare magnum d'immagini ed emozioni e trasformarlo in moda per il prossimo inverno, non era facile, ma i due hanno inventato un metodo infallibile: si fanno un film mentale di cui ogni vestito è un frame. Inutile quindi cercare la citazione letterale dell'opera anche se le prime fulminanti uscite con i giganteschi pois su inserti multicolori di nappa vengono dai costumi creati dalla Fioroni per una Carmen messa in scena da Arbasino a Bologna. Poi arrivano gli abiti-cappa, il loro nuovo classico, la strepitosa gonna di pelle coperta dalle chilometriche frange di un'incredibile cintura, i montoni rovesciati con una sorta di camouflage a fiori, mentre quello a farfalle riprodotto sul cappotto in maglia jacquard come su alcuni abiti da sera cita le opere di una fotografa e artista contemporanea: Marlies Plank. C'è molto colore e molta voglia di libertà anche se tutto poi torna nella grandiosa disciplina dell'atelier in cui i due mettono a punto le loro migliori creazioni. Hedi Slimane ci fa infatti sognare il ritorno di Saint Laurent nel rarefatto mondo dell'alta moda presentando tre dei 10 abiti limited edition creati con John Baldessari, l'82enne artista californiano considerato «padrino dell'arte concettuale, maestro dell'appropriazione e faro dell'astrattismo nell'era digitale» come narra l'incredibile voce di Tom Waits nel video girato per la mostra al LACMA (Los Angeles County Museum of Art) di due anni fa. Come se questo non bastasse anche il resto della sfilata lasciava a bocca aperta: dalla scenografia curata dallo stesso Slimane con 26 gigantesche spade d'oro che si sono alzate e riabbassate sulla passerella all'inizio e alla fine dello show. Ad assistere a questa specie di picchetto d'onore per il 45enne designer di origini italo-tunisine, Jean Paul Gaultier che ha detto «Bravo» dieci volte al giovane collega, Catherine Deneuve e Pierre Berge (la musa e lo storico socio del grande Yves) oltre Valerie Trierweiler, l'ex premiere dame sorridente e rilassata come una gatta che può mangiarsi un topolino. Raccontare la moda è al tempo stesso facile e impossibile: tutto quello che avreste desiderato negli anni Sessanta per sembrare molto più sexy e moderna di Twiggy. Per gli stivali di vernice e per le mantelle si potrebbero far follie. Per il miniabito couture con il disegno di Baldessari ricamato in paillette si può delirare e in mancanza di un corpo perfetto lo si potrà anche appendere al muro come un quadro. Tanto con queste incredibili sfilate si sancisce che la moda è una forma d'arte.

Non ha quindi senso farci dell'ironia con il supermercato di Chanel che alla fine prevede la perquisizione degli invitati per impedire che si portino via le scatole logate. Paradossalmente ha più senso quel che ha fatto Antonio Giardina cercando a Istambul le idee per 35 pezzi di ottimo livello sartoriale comprese le felpe e un semplicissimo abito da sera verde.

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