Il piccolo talk show della Ripartenza analizza i due anni di governo di Giorgia Meloni. Intorno al tavolo imbastito da Nicola Porro ci sono Annalisa Chirico, Alessandro Sallusti, Mario Giordano e Luigi Bisignani.
Parte in quinta il conduttore di Fuori dal Coro: "Bene il governo Meloni, ma su alcune cose ci si aspettava anche di più. Mentre Trump strappa col green deal noi invece siamo vincolati ad una cosa che non ci piace molto", a causa dell'accordo con Ursula von der Leyen a Bruxelles. "È vero che l'immigrazione è calata - insiste Giordano - ma in quanto a sicurezza le cose sono quelle che sono. I rimpatri qui non si sono visti. Io mi aspetto da un governo di centrodestra che sulla sicurezza faccia qualcosa".
Il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, non è d'accordo: "L'appoggio alla Von der Leyen serve per portare a casa il cambio di quel disgraziato piano sul green e sull'automotive che avrebbe fermato le aziende italiane". Come a dire: le manovre in politica estera a volte, anche quando non si comprendono fino in fondo, possono sempre avere un secondo fine. Appoggiare Ursula per cambiare le vecchie politiche di Von der Leyen, insomma. Sul piano interno, invece, il direttore concorda con Giordano: si poteva fare di più. Però Meloni non è interessata a governare tanto per governare, lei vuole "cambiare il Paese" e per farlo "ha bisogno non di mesi, ma almeno di 10 anni". "Questo governo non riesce a dare 500 euro al mese in più agli infermieri perché la Cgil e la Uil si rifiutano", spiega Sallusti. Come sorprendersi dunque che Meloni non abbia fatto tutto e subito? Bisogna infatti "cambiare le regole" con le riforme, come la separazione delle carriere o il premierato. E per arrivarci occorre tempo: "Eravamo abituati a governi con un orizzonte di un anno e mezzo. Bisogna avere pazienza e fiducia, oltre a tanta fortuna".
Sull'ipotesi che il governo possa cadere prima del tempo, in modo così da incrementare il numero di parlamentari del centrodestra, come ipotizzato da Luigi Bisignani, il direttore del Giornale vede due problemi. "Io non vorrei che riaccadesse lo scherzetto che è stato fatto a Matteo Salvini: lui era convinto che gli convenisse rompere per vincere le elezioni e abbiamo visto cosa è successo". Senza contare che dentro il centrodestra è forte la resistenza che punta a "non dare l'opportunità di stravincere alla Meloni". Non bisogna poi sbagliare i conti. E andare al voto solo quando davvero serve. Perché al prossimo giro bisogna "eleggere un presidente di centrodestra": "L'operazione che ha in testa, la Meloni la può concludere solo prendendo il Quirinale, visto che noi di fatto siamo già in una Repubblica presidenziale".
C'è un "pericolo" però, secondo Sallusti, che la Meloni potrebbe correre. Ovvero perdere consenso a causa dell'economia. "La crescita nel 2024 è inferiore rispetto al previsto, forse raggiungerà lo 0,5%. Certo: cresciamo più di Francia e Germania, ma in realtà siamo nella merda. E io non so per quanto tempo gli italiani abbiano la forza di aspettare".
La promessa era quella di abbassare le tasse e far ripartire l'economia. E "oggettivamente sulla politica industriale siamo un po' fermi" mentre "su quella fiscale non so per quanto tempo il governo conserverà il credito" che gli elettori gli hanno garantito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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