La pace, la speranza, Cecilia Sala. Mattarella celebra il "patriottismo reale" degli italiani

Decimo discorso di Capodanno per il capo dello Stato. Tanti i temi toccati, senza dimenticare personaggi come Sammy Basso e Giulia Cecchettin e "l'angoscia" per la giornalista italiana arrestata in Iran

La pace, la speranza, Cecilia Sala. Mattarella celebra il "patriottismo reale" degli italiani
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Guerre, scontri ideologici. “Faglie profonde attraversano le nostre società, le opinioni pubbliche sono lacerate”, ma insomma, dice Sergio Mattarella, c’è pure qualche luce, qualche buon motivo per essere ottimisti. In Italia, l’economia. “I dati dell’occupazione sono incoraggianti, anche se restano aree di precarietà e salari bassi. L’export registra dati positivi, il turismo esercita una notevole forza di attrazione”. Conti in ordine, spread sotto controllo. Con tutte le “difficoltà” e le “distanze da colmare”, il Paese tiene. E nel mondo, tra bombardamenti e “barbarie” varie, si è accesa una speranza, alimentata pure dal Giubileo.

È il decimo discorso di Capodanno di Mattarella. Il capo dello Stato parla per una quindicina di minuti e si rivolge direttamente ai cittadini. Giovani, donne, sanità diseguale, femminicidi, lavoro, bullismo, i progressi della scienza. Impegno per la pace “giusta”. Il “rispetto, parola dell’anno per la Treccani”, che va praticato per la vita, i diritti, la dignità umana. E il “patriottismo” reale, corposo, che ogni giorno viene manifestato “dai medici dei pronto soccorso, dagli insegnanti che formano con passione i ragazzi, da chi fa impresa con responsabilità, da chi lavora con professionalità, da chi studia, chi si impegna nel volontariato, dagli anziani che sostengono le famiglie, di chi viene da altri Paesi, ama l’Italia e ne fa propri valori costituzionali e leggi”. Il presidente è orgoglioso degli italiani, peccato che la politica non sappia più capire “le attese e i disagi” della gente. Il risultato è l’astensionismo, eppure il voto “rafforza la democrazia”.

Poi ricorda la strage di Calenzano, Sammy

Basso, Giulia Cecchettin e “l’angoscia per Cecilia Sala, che siamo in attesa di rivedere presto”. Tanti giornalisti “rischiano la vita per documentare, e questo segnala ancora una volta il valore della libera informazione”.

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