Ennio Doris: "Sono berlusconiano ma tifo per Renzi"

Ennio Doris: "Renzi va nella direzione giusta, ma dovrebbe essere più coraggioso"

Ennio Doris: "Sono berlusconiano ma tifo per Renzi"

L'ultimo piano della libreria Mondadori di piazza del Duomo a Milano è gremito di persone. Curiosi, giornalisti e molte persone che hanno bisogno di sentirsi dire che C'è anche domani. Ed è proprio questo il titolo dell'ultimo libro di Ennio Doris, fondatore del gruppo Mediolanum e inesausto apostolo di ottimismo e speranza. Tra un aneddoto giovanile e un ricordo dell'amicizia con Silvio Berlusconi, Doris parla anche di politica e dispensa consigli al neo presidente del Consiglio: appena arrivato e va già nella direzione giusta. Politicamente io sono per il mio amico, ma faccio il tifo per Renzi". Un'apertura di credito condizionale, perché per l'imprenditore le misure promesse da Renzi sono ancora troppo timide.

Doris è un uomo pratico e fornisce subito la sua ricetta per il rilancio del Paese: "Quello che sta facendo Renzi va nella direzione giusta, ma io avrei avuto ancora più coraggio. Anziché 10 miliardi di riduzione del cuneo fiscale, ci vorrebbe una riduzione doppia, almeno. Quella delle coperture è una storia falsa: i numeri cambiano, perché cambiano i comportamenti delle persone. Quando è arrivato Monti era previsto un certo deficit e lui ha deciso che le imposte, per rispettare gli impegni europei, avrebbero portare nel 2013 al pareggio di bilancio. Invece siamo trovati a -3%, perché quelle imposte hanno modificato il comportamento, la crisi si è accentuata e ci sono stati meno ricavi. Se si riduce di dieci miliardi il cuneo fiscale non si devono trovare coperture per altrettanti soldi, perché i dieci miliardi vanno in circolazione quindi c'è un incasso maggiore da parte dello stato e si ingenerano ricavi non previsti".

Poi, incalzato da Maria Latella, torna a parlare del Cavaliere e del suo futuro: "Anche se non si candida può fare politica, ci sono tanti modi per farla. Io credo che ognuno debba seguire se stesso, assecondare la sua vocazione. Se lui ritiene giusto continuare a stare in campo deve farlo. Anche se dal punto di vista imprenditoriale non ha fatto certo un affare scendendo in politica". Quello tra il banchiere e l'ex premier è un rapporto di antica amicizia. L'incontro, la sliding door, per caso a Portofino. "Io ero a Portofino in un giorno in cui non avrei dovuto esserci e anche Berlusconi era lì per caso.

L'ho visto passare in strada e l'ho riconosciuto, ma solo perché qualche setttimana prima lo avevo visto sulla copertina di un giornale. E l'ho fermato". Nasce così, appeso agli imprevisti del destino, uno dei sodalizi imprenditoriali più proficui degli ultimi decenni.

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