Esalta le nozze uomo-donna: associazione bocciata a scuola

I paradossi progressisti: per il Comune di Livorno è scandaloso valorizzare il matrimonio tradizionale: "Offesi i figli di famiglie diverse"

Esalta le nozze uomo-donna: associazione bocciata a scuola

Il progetto non va bene se lo propone l'associazione che crede nella famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna: per il Comune sbandierare certi valori è la prova di un pregiudizio ideologico che offende la sensibilità dei figli di genitori separati o divorziati.

Il mito del progresso non perdona. E spazza via la Carta costituzionale e duemila anni di cristianesimo. La mano alla ramazza l'ha messa il Comune di Livorno, ponendo al bando i cattolici e quanti ancora osano accostare la famiglia al matrimonio, per di più tra un uomo e una donna. L'amministrazione comunale labronica, a trazione centrosinistra, guidata dal sindaco uscente Alessandro Cosimi, il suo credo ipermodernista che impone l'uguaglianza al prezzo di nuove discriminazioni l'ha applicato alla lettera. Così, quando nel marzo del 2013 l'associazione (purtroppo per lei cattolica) «I Baluardi» ha osato farsi avanti per il piano «Scuola-Città», gestito dal Municipio, è rimasta con un palmo di naso. E per conoscere i motivi dell'esclusione, decretata ad agosto, sono stati necessari richieste formali e due incontri col sindaco. Solo nei giorni scorsi, infine, è arrivata la spiegazione ufficiale. Sintetizzata nella lettera del Centro risorse educative e didattiche del Comune recante il responso dello staff di valutazione: 2 psicologhe e 9 pedagogiste incaricate di vagliare le idee presentate da soggetti esterni come i «Baluardi», che s'erano messi in testa, con il progetto «Conosci il cuore», di promuovere percorsi educativi per adolescenti. «Il programma Scuola-Città, chiarisce il Cred, «è composto da progetti rivolti alla scuola con la finalità dell'innovazione e della qualificazione dell'offerta educativo-didattica. «Conosci il cuore» è stato ritenuto poco congruo alla richiamata finalità: in un programma rivolto alla scuola di oggi, in cui sono presenti bambini appartenenti a famiglie eterogenee per composizione, cultura e valori, si è reputato opportuno non inserire una proposta segnatamente orientata sul piano culturale e ideologico». Ovvero: poiché «nello Statuto legittimamente si sostiene che l'unica forma familiare possibile è quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e sulla reciproca fedeltà oggi attaccata da modelli familiari alternativi, lo staff ha valutato che detta impostazione potesse creare disagio in ragazzi educati con diverse sensibilità».

Insomma, tutto per nulla trendy e neppure un filino innovativo, manco un briciolo new age, per il Comune di Livorno. Che bontà sua, in nome della libertà di pensiero, con l'assessore al welfare (tessera Pd, come il primo cittadino) Carla Roncaglia ha tenuto a sottolineare che l'esclusione dal programma e dai finanziamenti comunali «non impedirà all'associazione “I Baluardi“ di prendere contatti con le singole scuole per proporre loro il progetto». Ma non è bastato a nascondere l'indignazione sotto il tappeto come fosse polvere. «Siamo sbalorditi», dice dai «Baluardi» Massimo Cenerini: «È la Costituzione che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna.

Oltretutto, la partecipazione sarebbe stata una libera scelta dei ragazzi e dei genitori e non avrebbe fatto parte dell'orario scolastico obbligatorio, dando così piena libertà di non aderirvi a chi si fosse eventualmente sentito a disagio».
Parole al vento, nella modernissima Italia dalle magnifiche sorti e progressive che tutela tutto e tutti, ma non gli italiani e le loro radici.

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