Il Parlamento non si impicci di quello che fa il ministero della Difesa. È questo in soldoni il consiglio che le forze armate suggeriscono alle Camere in un comunicato del Consiglio supremo della Difesa. Uno strappo che non è affatto piaciuti ai Cinque Stelle. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha infatti espresso forte preoccupazione sottolineando che "Il Parlamento può porre veti".
Le opinioni del Parlamento non vengono messe in discussione, si precisa, ma "tale facoltà del Parlamento non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’esecutivo", avverte il Quirinale, secondo cui "la progressiva integrazione europea, in coordinamento con l’evoluzione della Nato, e la realizzazione di capacità congiunte costituiscono presupposti fondamentali per l’approntamento di forze in grado di far fronte efficacemente alle esigenze di sicurezza e di salvaguardia della pace". Questo significa che, "anche in considerazione della limitatezza delle risorse disponibili e dell’entità degli investimenti da effettuare per la sicurezza e la difesa e della gravità, delle esigenze di rilancio della crescita e dell’occupazione", ogni decisione nell'ambito di attrezzature e operatività - e quindi anche riguardo la questione degli F35 - spetta solo al ministero.
Il grillino Di Maio ha ricordato che sul programma F35 la Camera, lo scorso 26 giugno, con una mozione dichiarata ammissibile dalla presidenza, ha impegnato il governo Letta a "non
procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il parlamento si sia espresso nel merito". Il vicepresidente della Camera ha, quindi, assicurato che si porrà sempre a difesa delle prerogative del Parlamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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