"Fazio e Annunziata? Se ne sono andati perché "hanno mercato..."

Claudio Velardi, spin doctor ed ex braccio destro di Massimo D'Alema, commenta le recenti polemiche che hanno investito la Rai

"Fazio e Annunziata? Se ne sono andati perché "hanno mercato..."
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"È tutto normale e giusto perché penso che il mercato sia il miglior regolatore delle vicende umane". Claudio Velardi, spin doctor e braccio destro di Massimo D'Alema per la seconda metà degli anni '90, commenta così le polemiche sorte dopo l'addio di Fabio Fazio e Lucia Annunziata dalla tivù pubblica.

Fazio e la Annunziata, quindi, hanno fatto solo una scelta professionale?

“Il caso di Fazio è nato semplicemente perché ‘ha mercato’, nel senso che lui ha avuto da Discovery un’offerta che gli è piaciuta e ha deciso di accettare. Fine. Anche le dimissioni dell’Annunziata, al di là degli aspetti politici che secondo me sono secondari, riguardano il fatto che lei è una professionista che ritiene di poter far bene anche altrove. Non credo che lei non sia attenzionata. Anzi, è una professionista sufficientemente brava e capace da conquistarsi uno spazio nel mercato dell’informazione. Le dichiarazioni che hanno fatto sono quelle che devono dare, ma se entrambi pensassero di restare disoccupati, non le avrebbero fatte. Il vero problema è la Rai, carrozzone vecchio e in crisi di bilanci e ascolti, che non riesce a trattenere quelli bravi”.

Per quanto riguarda le nomine, invece, si è parlato di lottizzazione e di occupazione della Rai da parte della destra…

“Ma la Rai è lottizzata per definizione perché è un servizio pubblico che dipende dai partiti e dagli equilibri politici. È un ente para-statale in cui i partiti pensano di poter occupare delle caselle, ma sono solo illusioni perché i giornalisti che oggi si piazzano delle pecette sostenendo di appartenere, di volta in volta, ai Cinquestelle oppure a Fratelli d’Italia, se ne infischiano delle appartenenze e delle ideologie. Sono giornalisti che vogliono far carriera e si appiccicano un’etichetta, ma lo hanno già fatto altre 10 volte in passato con partiti di diverso orientamento. I poveracci che devono essere appaltati ai partiti sono dei giornalisti un po’ di serie B. Quelli che, invece, possono consentirsi di non essere appaltati a nessuno sono coloro che hanno un mercato. Tutto dipende da questo: chi ha mercato e chi no”.

PD e M5S hanno chiesto al direttore di Rainews di venire a riferire in commissione di Vigilanza Rai dopo che è stato trasmesso un comizio della Meloni. Ma con Draghi e Conte non vi era situazione analoga?

“Sì, queste cose, grosso modo, sono sempre successe. Non c’è nulla di nuovo. Il punto di fondo è che la commissione di vigilanza andrebbe sciolta. Su cosa vigila? Su quanto è presente un partito dentro la Rai? È un meccanismo grottesco che dipende dal fatto che la Rai è emanazione dei partiti”.

Il centrosinistra ha chiesto che Luca Barbareschi non vada in onda col suo programma per le sue frasi sessiste. Non si tratta di un caso di censura?

“Barbareschi è sempre abituato a queste uscite sopra le righe. Il suo pensiero non è omologabile. Se fa un’uscita del genere e, poi, viene imbeccato da qualcuno, essendo uomo di spettacolo e comunicazione, lui rincara la dose perché sa che, in questo modo, tutto fa più notizia”.

Anche Miss Italia è stata presa di mira in quanto sessista…

“Il concorso di bellezza mi pare un fenomeno molto vecchio e provinciale.

Il principio però è un altro: se questi programmi fanno ascolti e la Rai acquisisce pubblicità con la quale pagare un po’ dell’enorme debito che ha accumulato e che paghiamo noi cittadini non c’è problema. Se è così, teniamoci pure il concorso di bellezza tanto io non lo guardo… La Rai trasmette tanti programmi solo per fare soldi oppure pensiamo ancora veramente che debba svolgere un ruolo pedagogico ed educativo?”

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