Sessantaquattro anni fa, il 2 giugno del 1948, la prima parata militare dell'Italia repubblicana vide lo schieramento dei reparti in piazza Venezia. In quell'occasione, dopo la deposizione della corona d'alloro al Milite Ignoto, il presidente Luigi Einaudi assunse il comando delle forze armate. Quest'anno la parata per festeggiare la Repubblica ha subito fortissime pressioni perché venisse cancellata e in nome di una sobrietà a sostegno dei terremotati in Emilia. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, però, ha voluto andare oltre le polemiche politiche e le strumentalizzazioni ideologiche impostando una celebrazione light (niente sfilata dei sistemi d’arma e niente Frecce Tricolori) dedicando l'intera giornata alle vittime del sisma.
Un minuti di silenzio, poi la parata. I gonfaloni delle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romana e delle province di Bologna, Ferrara, Mantova, Modena e Reggio Emilia e Rovigo posizionati a un passo dalla tribuna d’onore posta in via dei Fori Imperiali. La Festa della Repubblica è un richiamo continuo alle vittime del terremoto e alle terre dell'Emilia che non hanno ancora smesso di tremare. Lo stesso Napolitano ha reso omaggio a tutti i militari che hanno perso la vita per la Patria, per costruire, difendere e diffondere i grandi valori ai quali l'Italia si ispira. "Un riconoscimento particolarmente sentito va ai reparti intervenuti con la Protezione civile in soccorso dei cittadini emiliani che un disastroso terremoto ha, in questi giorni, così duramente e dolorosamente colpito - ha commentato il capo dello Stato - con il loro impegno testimoniano ancora una volta la totale dedizione delle forze armate alla nostra Italia ed alla sua gente di cui sono nobile espressione". Quei reparti erano oggi virtualmente al fianco delle unità che hanno sfilato nella Capitale.
Come da copione non sono mancate le polemiche. L'Italia dei Valori e la Lega Nord hanno mantenuto la promessa e hanno disertato le celebrazioni. "Queste feste e questi buffet dovevano essere cancellati per dare aiuto concreto alle popolazioni colpite dal terremoto", ha tuonato l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni accusando il Quirinale di "buttare soldi nel cesso".
Anche Antonio Di Pietro si è opposto duramente alla scelta di festeggiare il 2 giugno: "È la sagra dello spreco". Proprio per questo, oggi, gli esponenti dell'Idv ha deciso di disertare la festa e di andare in Emilia ad aiutare i terremotati. All'ex pm di Mani Pulite ha risposto Napolitano replicando con un secco "Non sa di che parla". Ma il leader dell'Idv ha, a sua volta, controbattuto piccato: "Lui non sa quel che fa e non se ne rende proprio conto.
Se la prende con me perché pensa di poter colpire quel che ritiene essere l’anello debole della catena, ma qualcuno farebbe bene ad informarlo che sono milioni i cittadini che hanno trovato di cattivo gusto la parata e soprattutto il ricevimento, tenutosi ieri sera ai giardini del Quirinale, a base di pasticcini, torte e champagne. Criticando me, in realtà, ha offeso milioni di italiani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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