Fine vita, fuga in avanti della Toscana. Pro Vita & Famiglia: "Il governo impugni la legge"

Pro Vita & Famiglia chiede al governo di impugnare presso la Corte Costituzionale la legge sul suicidio assistito della Regione Toscana promulgata oggi dal presidente Giani

Fine vita, fuga in avanti della Toscana. Pro Vita &  Famiglia: "Il governo impugni la legge"
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Pro Vita & Famiglia chiede al governo di impugnare presso la Corte Costituzionale la legge sul suicidio assistito approvata lo scorso 12 febbraio dalla Regione Toscana e promulgata oggi dal presidente Eugenio Giani.

"La stessa Avvocatura dello Stato si era già espressa contro le fughe in avanti delle Regioni sul fine vita, convincendo Veneto, Lombardia e Piemonte a rigettare le proposte di legge sul suicidio medicalmente assistito sostenute dai Radicali", dice Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, promotore di una petizione popolare firmata già da più di 25.000 cittadini. "In gioco non c’è solo il rispetto della Costituzione, ma soprattutto la tutela delle vite più fragili, che la legge toscana e l’assordante propaganda eutanasica a senso unico potrebbero indurre a sentirsi di troppo e dunque a chiedere di essere eliminate", spiega Brandi. Il presidente di Pro Vita & Famiglia ricorda che ancora oggi manca "una applicazione effettiva e omogenea sul territorio della Legge 38/2010 sulle cure palliative" che è ormai in vigore da 15 anni (a domani) e "che - secondo Brandi - resta un diritto negato per decine di migliaia di cittadini, indotti al desiderio di morire più dall’abbandono sociale e morale che non dalla malattia".

L'onlus Pro Vita & Famiglia ha inoltre pubblicato su Facebook un post in cui sostiene che "agevolare il su1cidio di persone fragili private di cure efficaci e accessibili non è progresso". E aggiunge: "È una barbarie". Secondo i pro-life non si tratta solo di una questione meramente giuridica di rispetto della Costituzione, ma riguarda la tutela dei più fragili. "La propaganda eutanasica fa sentire i più deboli 'di troppo', spingendoli a chiedere la m0rte", si legge legge su Facebook. Secondo i Pro Vita "la risposta al dolore è cura, vicinanza e compassione. Non è il suic1dio".

Nella petizione lanciata sul loro sito, i Pro Vita descrivono la legge sul suicidio medicalmente assistito come "un atto gravissimo, perché - si legge - fa passare implicitamente il messaggio che la vita dei fragili vale di meno, gli anziani sono un peso, i malati non devono essere aiutati, ma tolti di mezzo". Ma non solo. Oltre al danno, ci sarebbe anche la beffa perché la legge prevede che la “morte di Stato” sia finanziata con soldi pubblici "e, verosimilmente, a discapito delle cure palliative che sono un diritto ma - si ricorda - sono ovunque drammaticamente carenti".

Secondo i Pro Vita, invece, il compito delle istituzioni dovrebbe essere quello di "tutelare e garantire dignità ai pazienti, non spingerli alla morte". La petizione si chiude con un appello al governo affinché ricorra alla Consulta per bloccare la legge della Regione Toscana e con una richiesta: "Eliminiamo la sofferenza, non il sofferente!".

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