La Fornero fa la choosy coi giornalisti: non li vuole in conferenza

Polemiche a Torino al convegno dell’Unione Industriale. Il minstro non vuole i giornalisti che, però, si rifiutano di andarsene. E lei sbotta: "Saranno gli errori a fare titolo sui giornali"

Elsa Fornero, il ministro che insegna ai giornalisti a non mettere l'articolo "la" davanti al suo nome di battesimo, che si lascia prendere dalla commozione e dalle lacrime al momento di presentare la riforma del sistema previdenziale ma che non si fa problemi aredarguire quei giovani choosy che si lasciano scappare il lavoro in piena crisi economica, che al momento di discutere la riforma del mercato del lavoro disse chiaramente che "il lavoro non è un diritto" e che l'articolo 18 non è un totem da difendere. Elsa Fornero, appunto. Il ministro che oggi ha fatto il diavolo a quattro coi cronisti perché non li avrebbe voluti in sala durante un dibattito coi giovani all’Unione Industriale di Torino.

Ci ha abituati a tutto "la" Fornero in questo anno di tecnici al governo. Le lacrime, le sfuriate, le prese di posizione: con le sue uscite ha innescato, più volte, furenti repliche e dibattiti accesi. Tempo fa il ministro del Welfare aveva tenuto a precisare: "Mi dicono maestrina, o anche professorina, sono professore all'Università di Torino". Oggi l'ennesimo faccia a faccia con i giornalisti, con cui "la" Fornero ha un rapporto a dir poco difficile. Già al mattino la titolare del Welfare ha chiesto che si svolgesse a porte chiuse l'incontro con avvocati e giurislavoristi organizzato dalla Fondazione Croce sulle prime applicazioni della riforma del lavoro. Nel pomeriggio, all’Unione Industriale, i cronisti non hanno voluto lasciare la sala spiegando che non sarebbe stato corretto dal momento che il dibattito sarebbe stato moderato da un giornalista della Stampa.

Di fronte alla volontà dei giornalisti di rimanere in sala, "la" Fornero ha replicato che avrebbe fatto attenzione a parlare "più lentamente" per evitare di fare errori. "Saranno gli errori a fare i titoli, l’ho imparato sulla mia pelle - ha continuato il ministro del Welfare - dici cose pacate, poi ti scappa una parola, non una frase, e quella fa i titoli e determina dibattiti che durano settimane. È lo stato del mondo". Per quanto piccata, la reazione della Fornero non deve certo meravigliare. Non è nuova alle polemiche: da sempre non si fa problemi a dire quello che pensa. Tutto ha inizio lo scorso dicembre quando, durante l'affollata conferenza stampa di presentazione della riforma delle pensioni, il ministro non è riuscita a terminare la parola "sacrificio" perché un nodo alla gola e le lacrime le hanno strozzato la voce. Uno scampolo di umanità che la stampa ha subito scordato. Tanto che, nel dibattito sulla riforma del mercato del lavoro, ha sbottato con chi le chiedeva di quantificare le risorse a disposizione per gli ammortizzatori sociali: "Perché dovremmo mettere sul tavolo una paccata di miliardi?".

Ma le polemiche più accese arrivano dallo scontro con i giovani. Così, è successo che la Fornero si lamentasse perché le nuove generazioni sanno troppo poco: "Non conoscono le lingue, l'italiano compreso e neanche i rudimenti della matematica. Non sanno fare di conto".
 Non solo. Li invita, più vole, a non trincerarsi dietro al posto fisso ("Vuol dire fare promesse facili, dare illusioni") e consiglia loro di non essere choosy (schizzinosi) nella scelta del lavoro.

In linea col viceministro del Lavoro Michel Martone quando disse che "laurearsi dopo i 28 anni è da sfigati".
 Con la stessa tenacia la Fornero ha combattuto i sindacati cercando di smantellare i privilegi dell'articolo 18 ("Non ci sono totem").

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