Il Movimento sociale italiano "è stato un partito pienamente presente nelle dinamiche democratiche di questa nazione". Giorgia Meloni s'è ritrovata a impartire una lezione di Storia agli irriducibili ripetenti di sinistra. A quanti ancora leggono il passato e giudicano il presente attraverso le lenti opache dell'ideologia. Durante l'odierna conferenza stampa di fine anno, il presidente del Consiglio ha commentato le assurde polemiche sull'anniversario del Msi, celebrato nei giorni scorsi da alcuni esponenti di governo con annesse levate di scudi da sinistra. "È un dibattito che mi ha molto colpita", ha osservato la Meloni al riguardo, ricordando poi il ruolo democratico svolto dal partito di Giorgio Almirante.
La lezione della Meloni sul Msi
"Credo che il Msi sia un partito che abbia avuto un ruolo nella storia repubblicana di traghettare verso la democrazia milioni di italiani usciti sconfitti dalla guerra. È stato un partito della destra repubblicana, ha partecipato alle elezioni del presidente della Repubblica, è stato pienamente presente nelle dinamiche demcratiche, è arrivato al governo prima del congresso che lo trasformò in Alleanza nazionale", ha spiegato il premier, replicando indirettamente a quanti nei giorni scorsi si erano stracciati le vesti per i post coi quali il presidente del Senato Ignazio La Russa e la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti avevano ricordato la nascita dello storico partito di destra. Apriti cielo: dal Pd avevano addirittura parlato di "deriva culturale inqualificabile".
"Ruolo contro violenza e terrorismo"
"Uno può condividere o no, ma è stato un partito della destra democratica, dell'Italia democratica e repubblicana", ha proseguito Giorgia Meloni, secondo la quale il Msi "ha avuto un ruolo molto importante nel combattere la violenza politica, il terrorismo", ha commentato ancora il premier, ricordando al riguardo che Almirante chiedeva "doppia pena di morte per i terroristi di destra". Il Movimento Sociale Italiano, in questo senso, fu un vero e proprio argine alle derive antidemocratiche dell'eversione nera, pericolosa quanto quella di segno opposto. "Era un partito che aveva la responsabilità di accompagnare persone che altrimenti avrebbero fatto scelte diverse", ha ricordato il presidente del Consiglio.
Poi la necessaria bacchettata alla sinistra. "Non capisco perché qualcosa di assolutamente presentabile dieci, venti, trenta anni fa, quando partecipava alle elezioni dei presidenti della Repubblica, debba essere impresentabile oggi". E ancora, il premier ha osservato: "Non mi torna questo eterno gioco al rilancio per cui si deve sempre cancellare di più. Il Msi, per esempio, è stato un movimento sempre chiarissimo sul tema della lotta all'antisemitismo. È una comunità che ha fatto il suo percorso: oggi alcuni esponenti del governo, delle massime cariche dello Stato vengono da quell'esperienza, ci sono arrivati con un voto democratico. Vuol dire che la maggioranza degli italiani non considerava quella storia impresentabile". A chi le chiedeva se parteciperà alle prossime celebrazioni per il 25 aprile, poi, il premier ha risposto con fermezza di sì.
Repetita iuvant, dicevano i latini. Ripetere le nozioni, anche più basilari, a volte giova alla memoria. Eppure sembra proprio che certa sinistra non riesca a fare pace con la Storia. Soprattutto con quella altrui.
E pensare che gli oppositori descrivevano la leader di Fratelli d'Italia come divisiva, nostalgica, ideologica, per questo inadatta a governare. La realtà è che oggi è stata la stessa Meloni a spiegare ai dem il rispetto della storia politica degli avversari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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