Gay Pride e matrimonio egualitario: gruppi Lgbt all'assalto del governo

Il Partito Gay Lgbt+ ottiene l'ok per registrare il marchio "Matrimonio Egualitario" mentre il circolo Mario Mieli lancia il Roma Pride come momento di critica al governo

Gay Pride e matrimonio egualitario: gruppi Lgbt all'assalto del governo
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Il Partito Gay Lgbt+ ha vinto la sua battaglia. È stato, infatti, accolto il ricorso presentato contro il rifiuto dell'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (Uibm) di registrare il marchio 'Matrimonio Egualitario' che era stato definito di tipo "partitico".

In una nota, il Partito Gay Lgbt+, Solidale, Ambientalista e Liberale ha ringraziato gli avvocati Mauro Festa e Marina Zela che hanno seguito la vicenda processuale, conclusasi con a sentenza n. 35/2024 della Commissione dei Ricorsi che ha ribaltato e annulato la precedente decisione dell'Uibm del 1° luglio 2023, rendendo di fatto il marchio registrabile. "Questo caso dimostra ancora una volta come le persone Lgbt+ debbano affrontare discriminazioni anche in ambiti apparentemente neutri come la registrazione di un marchio", commentano Fabrizio Marrazzo e Marina Zela, fondatori del Partito Gay Lgbt+ e promotori del referendum 'Si Matrimonio Egualitario'. Secondo i due esponenti del mondo Lgbt "il fatto che per vedere riconosciuto un proprio diritto sia stato necessario un ricorso giudiziario dimostra quanto il sistema possa essere ingiusto e inaccessibile per molte persone della nostra comunità, che spesso non hanno le risorse per affrontare battaglie legali così lunghe e costose". Secondo Marrazzo e Zela, questa sentenza sancisce il principio che "i diritti civili non sono propaganda politica, ma valori da tutelare e promuovere" e, pertanto, i due esponente assicurano: "Continueremo a lottare affinché l'uguaglianza sia garantita in ogni ambito della società, partendo dal Referendum 'Si Matrimonio Egualitariò".

Intanto, il 14 giugno prossima si terrà il Roma Pride che quest'anno sarà promosso con lo slogan 'Fuorilegge!'. Un evento che sarà caratterizzato da una forte connotazione politica. “Le politiche repressive del governo Meloni, in questi tre anni, hanno prodotto una serie di leggi volte a criminalizzare la comunità Lgbtqia+ in tutto il globo terracqueo, per usare un’espressione cara al premier", dice Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli che definisce tutto questo "un accanimento ossessivo che ci prende di mira come arma di distrazione di massa e che ha comunque l’effetto di farci vivere in un sistema che ci marginalizza, ci criminalizza e ci usa come bersaglio politico”. Colamarino respinge l'accusa di voler fare propaganda e rivendica il diritto della comunità Lgbt di esistere "anche attraverso un linguaggio che rispetti le nostre identità".

I promotori dell'iniziativa denunciano: "Continuiamo a subire odio e violenza per il nostro orientamento sessuale o la nostra identità di genere" e aggiungono: "Chiediamo da anni una legge che ci tuteli, ma la nostra classe politica è impegnata 'in ben altre questioni più importanti': combattere contro asterischi e schwa, e produrre leggi contro l’ideologia gender, inesistente nemico da loro inventato". Ma non solo. "Ci dicono che non possiamo autodeterminare i nostri corpi, cercano di incasellarci in un binarismo patriarcale e machista che finisce con l’opprimere chiunque", attaccano. Colamarino critica il governo che vorrebbe impedire l'autodeterminazione della loro identità di gemere "eppure - attacca - la stessa Giorgia Meloni si autodetermina come il presidente del consiglio".

Il presidente del Circolo Mario Mieli chiede al premier di smetterla di "criminalizzare" la comunità Lgbt: "Negano l’esistenza delle nostre famiglie, hanno introdotto un incostituzionale divieto universale di gestazione per altri, che trasforma le nostre figlie e i nostri figli in corpi di reato". E conclude: "Il Roma Pride e la comunità Lgbtqia+ non arretrano e non intendono rinunciare a nessuna rivendicazione. Ci proclamiamo fuorilegge".

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