Cortei, Salvini: "Giù le mani dalle forze dell'ordine"

Forze dell'ordine nel mirino dopo gli scontri di Firenze e di Pisa. Ma Salvini: "Giusto analizzare ma inaccettabile vengano tirati in mezzo nella contesa politica"

Cortei, Salvini: "Giù le mani dalle forze dell'ordine"
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Continuano a tenere banco le polemiche sui cortei pro-Palestina di Pisa e di Firenze durante i quali si sono verificati scontri tra le forze dell'ordine e i manifestanti. La telefonata di Sergio Mattarella al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha fatto molto rumore. "L'autorevolezza delle forze dell'ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento", ha sottolineato il presidente della Repubblica. Ma dalle parti delle forze dell'ordine si difendono, sostenendo che tra quelle schiere di giovanissimi c'erano i soliti infiltrati allo scopo di creare il caos. Sulle parole del presidente della Repubblica, Matteo Salvini ha dichiarato che "si leggono ma non si commentano" per rispetto istituzionale. Ma, ha aggiunto, "poliziotti e carabinieri sono quotidianamente vittime di violenze, fisica e verbale, anche in quella piazza". Chi "mette le mani addosso a un poliziotto o a un carabiniere", ha sottolineato, "è un delinquente".

Il capo della Polizia di Stato, Vittorio Pisani, in un'intervista a Tg1 ha sostenuto che, in quei frangenti, "i nostri operatori hanno posto in essere iniziative che dovranno essere analizzate singolarmente e verificate con severità e trasparenza". E, mentre la sinistra cannoneggia contro la polizia, il vice premier ha chiesto a tutti il massimo rispetto degli uomini in divisa. Ciò che non si può accettare, ha detto il vicepremier, "è la messa all'indice della polizia italiana come un corpo di biechi torturatori. Se uno va in piazza con tutti i permessi, senza sputare, insultare, minacciare" non ha problemi.

"Ho fatto il ministro dell'Interno ed è giusto analizzare, capire se si e fatto quello che si doveva, se è mancata comunicazione", ha detto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture parlando alla Scuola di formazione politica della Lega. Gli errori sono umani, possono capitare, "anche i poliziotti e i carabinieri sono uomini e donne, non sono macchine", ha proseguito il vicepremier. Tuttavia, quel che in questo momento è "inaccettabile", ha proseguito Salvini, è "che gli agenti delle forze dell'ordine vengano tirati in ballo nella nostra contesa politica. Giù le mani dalle nostre forze dell'ordine". Ed è quello che chiedono gli stessi operatori delle forze dell'ordine. Per altro, è giusto sottolineare in un contesto che troppo spesso soffre di amnesie, che gli scontri tra manifestanti (giovanissimi) e forze di polizia ci sono sempre stati. Tra il 2021 e il 2022 sono state numerose le occasioni in cui gli studenti sono entrati in contatti con i dispositivi di sicurezza ma non si sono registrati gli strepiti scomposti di questa sinistra che ora grida all'oppressione. E l'unica cosa che, nel frattempo, è cambiata è la maggioranza politica di governo.

"Tutti noi auspichiamo sempre che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti. Fondamentale in tale senso è anche la collaborazione degli stessi manifestanti", ha detto il ministro dell'Interno in un'intervista rilasciata al Corriere della sera. Le immagini provenienti da Pisa e Firenze, ha spiegato Piantedosi, hanno "contrariato e amareggiato anche me". Ma, ha aggiunto, le "nostre forze dell'ordine sono tra le migliori al mondo anche proprio dal punto di vista della gestione democratica delle manifestazioni di libero dissenso".

Le regole di ingaggio nelle manifestazioni sono sempre le stesse e in tal senso, prosegue il ministro, "preavvisare le manifestazioni, rispettare le prescrizioni e gli accordi intercorsi con le autorità di pubblica sicurezza e, più in generale, rispettare la legge, sicuramente aiuta tutti a concorrere a quella complessa ricerca del punto di equilibrio tra libera manifestazione del pensiero, diritto alla pacifica riunione ed altrettanto doverosa salvaguardia della sicurezza pubblica".

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