"Giusto stopparlo", "Si perdono posti". Si accende il dibattito sul superbonus

Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo interpellato l'economista Carlo Stagnaro e il sociologo Domenico De Masi

"Giusto stopparlo", "Si perdono posti". Si accende il dibattito sul superbonus

Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo interpellato l'economista Carlo Stagnaro e il sociologo Domenico De Masi sul tema del taglio del superbonus che tanto ha diviso il mondo politico.

Condivide la decisione del governo che blocca il superbonus?

Stagnaro: “Sì proprio per le ragioni spiegate dal presidente Meloni e dal ministro Giorgetti, ossia che quella dei Superbonus è una politica eccessivamente costosa e che non produce benefici diffusi, ma concentrati nelle mani di pochi e, nelle condizioni attuali, non ce lo possiamo permettere”.

De Masi: “Credo che il Superbonus sia stata un’idea suggerita dalla situazione in cui è nata. Era un momento di grave crisi economica e bisognava rilanciare l’economia. La cosa più semplice e rapida era puntare sull’edilizia, uno dei settori più colpiti dal Covid. Il modo in cui è stato introdotto, forse, andava ritoccato come farà l’attuale governo e, poi, ha innescato un’inventiva truffaldina degli italiani molto più di quanto non abbia fatto il reddito di cittadinanza. Per il superbonus i ‘furbetti’ sono stati molti di più, con la differenza che i furbetti del reddito di cittadinanza sono stati scovati con grande gioia della stampa. Dei furbetti del Superbonus non so neppure se il suo giornale ne abbia mai parlato”.

La cosiddetta cartolarizzazzione dei crediti d'imposta può essere una soluzione?

Stagnaro: “Il ricorso al superbonus ha generato una tale massa di crediti fiscali che nessuno è più in grado di comprarseli e lo spazio fiscale per usarli a riduzione delle proprie imposte. Ci sono, quindi, una serie di imprese edili che hanno iniziato i lavori e che hanno in pancia dei crediti fiscali che sono superiori alle tasse che loro stessi devono pagare. Si tratta di cercare una soluzione pragmatica per consentirli di spendere questi crediti o allungandone la durata oppure cercando qualche strumento per facilitarne la cessione, sapendo che devono finire a qualcuno che abbia lo spazio fiscale per fruirne. L’alternativa, in analogia con quanto fatto durante il Covid, è immaginare dei meccanismi di finanziamenti garantiti. Certo è che questa è una situazione patologica che va curata, ma la cura non può che partire dal fermare questa produzione insensata di crediti fiscali e, perciò, non si poteva fare a meno di fermare il meccanismo infernale del Superbonus”.

De Masi: “Sinceramente, non saprei. Immagino, però, che il governo si sia infilato in un ginepraio. Da una parte vuole interrompere questa sorta di finanza allegra e dall’altra non può lasciare le aziende nella situazione attuale. Ci sono imprenditori sul rischio del suicidio e, per interrompere le truffe, si rischia di danneggiare gli innocenti”.

È vero che sono a rischio centinaia di posti di lavoro?

Stagnaro: “No, non credo. Probabilmente la stretta sul Superbonus farà rallentare i lavori e ci saranno persone che rimanderanno tali lavori. Nel breve termine vi potrà essere una riduzione della forza lavoro in quel settore, ma non credo che saremo di fronte a un fenomeno macroscopico. E se davvero siamo in questa situazione, allora è vero che si era alimentata una bolla insostenibile. A questo punto, la bolla prima scoppia e meglio è”.

De Masi: “Non c’è dubbio che centinaia di posti di lavoro sono stati creati dal bonus e la fine del bonus non può fare altro che riportare alla situazione precedente. Questa esuberanza edilizia che si è vista in questi anni sicuramente molti torneranno disoccupati, ma la Meloni non mi pare preoccupata. Anche i percettori del reddito di cittadinanza, tra qualche mese, si troveranno sul lastrico e, quindi, uno in più o uno in meno cambia poco…”.

Quali altre misure possono favorire la transazione energetica?

Stagnaro: “La critica al Superbonus non è relativa all’incentivo di interventi volti all’efficientamento energetico che, alla luce degli obiettivi di riduzione dei consumi concordati a livello europeo, sono inevitabili. Il problema è nel quanto e nel come. Tornare a un modello più simile all’ecobonus, uno dei bonus più generosa esistente, ma con due modifiche sostanziali. Si deve dire di no ai rinnovi annuali e si deve introdurre un incentivo meno generoso di quello attuale, ma con la certezza che per un tot di anni non cambierà. Il secondo elemento sostanziale è tarare la misura sul reddito del beneficiario per evitare che diventi come il superbonus, un colossale trasferimento di risorse dai poveri ai ricchi”.

De Masi: “Passo. Visto e considerato che sono solo un umile sociologo, eviterei di addentrarmi nel campo dell’ecologia”.

In linea generale, la politica dei bonus è utile o è dannosa per l'economia?

Stagnaro: “Credo sia dannosa. In primo luogo, genera questa proliferazione confusa e disordinata di bonus, detrazioni che generano caos e rendono incomprensibile il sistema fiscale. In secondo luogo, la sovrapposizione di tutti questi bonus risponde a un obiettivo magari condivisibile, ma tutte insieme rendono il sistema fiscale disorganizzato e rappresentano un ostacolo a una riforma complessiva e organica del sistema fiscale. Bisogna ridefinire l’Irpef e l’Irap e solo dopo si può capire quali settori meritano un supporto eccezionale”.

De Masi: “I bonus sono un modo per attivare l'economia in determinati momenti. Se si fa con oculatezza e nel settore giusto, sono positivo.

Credo che ogni legge, dopo un poco, vada ritoccata così come doveva essere rivisto il reddito di cittadinanza, secondo le indicazioni della commissione Saraceno. Fanno come quel giovane che ammazza i genitori e chiede clemenza perché è diventato orfano..."

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