Governo, Letta a colloquio da Napolitano

Letta tenta la stretta finale: adesso valuterà se ci sono effettivamente le condizioni per sciogliere la riserva. Sul tavolo il piano economico. Il Cav ottimista: "Le cose procedono"

Il vice segretario del Pd Enrico Letta
Il vice segretario del Pd Enrico Letta

Enrico Letta continua a considerare l’incarico di formare il nuovo esecutivo "un peso forse più grande" di quello che le sue "spalle possono sopportare". Tuttavia, dopo la prima giornata di consultazioni, l’obiettivo sembra farsi più vicino. La svolta che rafforza la sua posizione è arrivata da Silvio Berlusconi che da una parte è rimasto fermo sulla volontà di non rinunciare al programma economico proposto in otto punti durante la campagna elettorale e dall'altra ha assicurato che eviterà strappi: "Nodi da sciogliere? Non mi è parso che ci fossero problemi veri". Così, questa mattina, il presidente del Consiglio incaricato è salito al Quirinale per fare il punto con il capo dello Stato Giorgio Napolitano per poi recarsi a Palazzo Chigi dall’attuale premier Mario Monti.

Letta non scioglierà la riserva prima di domani. Oggi, però, ha già iniziato a stendere il discorso di insediamento alle Camere che dovrebbe tenere lunedì. Al centro del dibattito politico c'è il piano economico che l'esecutivo intenderà attuare per mettere in campo le misure necessarie per far rialzare la testa al Paese duramente colpito dalla crisi economica e dalle misure recessive introdotte dal governo Monti. Proprio per questo, qualora Letta dovesse fare propria la sostanza dell’agenda economica del centrodestra, il nome e cognome dei prossimi ministri non sarebbe certo un problema. "Nessuno veto e nessuna richiesta da parte nostra", ha spiegato il Cavaliere. L’unico "no" pregiudiziale riguarda il direttore generale della Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni dal momento che il Paese ha già pagato lo scotto di essere governata da tecnici. Quello che né il Pdl né il Pd vogliono è infatti un fallimento di Letta. Fallimento che sarebbe disastroso. "Non voglio nemmeno pensarci - ha detto Berlusconi da Dallas, dove ha partecipato all’inaugurazione della biblioteca e del museo che celebrano l’amico George W. Bush - bisogna muoversi subito, bisogna uscire dalla recessione che uccide l’economia. Letteralmente: ci sono imprenditori che si suicidano, lo vedete anche voi". Rifacendosi alla propria esperienza di imprenditore, il Cavaliere non nasconde la gravità della situazione economica che sta mettendo le aziende con le spalle al muro. "Non c’è tempo da perdere - ha concluso il leader del Pdl - mi sembra che le cose si stiano mettendo bene". Parole di incoraggiamento sintetizzate da Berlusconi a Letta anche in una telefonata.

Oggi il vice segretario del Pd tenterà la stretta finale e valutarà se ci sono effettivamente le condizioni per sciogliere la riserva. Con Berlusconi, che tornerà in serata dal Texas, non è previsto alcun faccia a faccia. "La discussione di ieri con il Pdl - ha ammesso Letta - è stata più lunga, quasi due ore, ma d’altronde molte ore ci vorranno ancora perché veniamo da un tempo di diffidenze profonde. Restano differenze significative e serve ancora tempo".

Se troverà la strada spianata il premier incaricato salirà al Colle per presentare a Napolitano la lista dei ministri in modo da giurare prima dell’apertura dei mercati. In questo caso il voto di fiducia nei due rami del Parlamento avverrebbe nei primi giorni della prossima settimana.

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