"Ho la coscienza a posto". Il primo messaggio di Toti da uomo libero

Giovanni Toti ha pubblicato il suo primo messaggio dopo la revoca degli arresti domiciliari e invitato i liguri a votare alle prossime elezioni facendo la giusta scelta

"Ho la coscienza a posto". Il primo messaggio di Toti da uomo libero
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Giovanni Toti è un uomo libero. Dopo quasi 90 giorni di reclusione domiciliare, infatti, all'ex governatore della Liguria sono stati revocati gli arresti a seguito delle sue dimissioni. Tornato in possesso dei suoi canali social, con la possibilità di tornare a comunicare con l'esterno, Toti ha pubblicato un lungo messaggio. "Sono mancato per un po’, e soprattutto mi siete mancati tanto. Grazie mille a tutti coloro che in questi 86 giorni tramite la famiglia, l’avvocato, e in ogni modo possibile, mi hanno fatto sentire il loro affetto e la loro vicinanza. È stato il maggior conforto in questi giorni bui", ha esordito l'ex governatore.

Quello di Toti è uno spirito combattivo, ha voglia di dimostrare la sua innocenza per avere di nuovo l'abilitazione politica. "Ci difenderemo da ogni accusa, con la coscienza a posto di chi non ha mai intascato un centesimo dei liguri, ma lasciamo una Liguria più ricca: di lavoro, di opportunità, di speranze. Quello che è accaduto in questi tre mesi è un processo alla politica", prosegue Toti che ora si accinge a far valere le sue ragioni nell'aula di tribunale dove a breve dovrò presentarsi. "Soprattutto spero sia oggetto di vera e definitiva riflessione della politica. Della politica tutta o, almeno, di coloro che non ritengono di usare opportunisticamente la giustizia a scopo politico", ha aggiunto l'ex governatore, che nella sua riflessione spiega che "mai come in questo caso l’autonomia della politica, la sovranità popolare, il suo finanziamento trasparente, la sua possibilità di indirizzare lo sviluppo e la crescita sono stati al centro del confronto tra la giustizia e il potere sovrano che discende dal popolo".

I magistrati, prosegue l'ex presidente della Regione Liguria, "interpretano le leggi ma la politica quelle leggi le fa. L’autonomia della politica, come quella della giustizia, dovrebbero essere un patrimonio di tutti. Difficile sperare consapevolezza da chi riempie le piazze di luglio (riempie, insomma…), festeggiando l’aiuto arrivato". La stoccata alla sinistra che ha premuto per le sue dimissioni ed esultato quando sono arrivate è netta, chiara e non velata. "Ho fiducia in chi crede nella democrazia liberale e spero colga queste vicende come un definitivo campanello che suona per ricordare l’inerzia di troppi anni. Mi sono dimesso, richiamando tutti voi al voto, perché ora tocca ai cittadini decidere invece la sorte della nostra terra", sottolinea Toti, che aveva già annunciato prima delle dimisisoni che non si sarebbe candidato in alcuna posizione per le prossime elezioni.

Ora ai Liguri spetta una scelta, spiega l'ex governatore: "Andare avanti con la Liguria protagonista che abbiamo costruito, o consegnarla alla cappa grigia dell’ipocrisia, della cultura del sospetto, dell’immobilismo, della doppia morale capace di oscurare già in questi giorni anche il fulgido sole di agosto".

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