Silvio Berlusconi lo ha scaricato dopo averlo ripetutamente invitato a federare i moderati sotto un unico nome. Pier Luigi Bersani lo ha invitato a non scendere in campo, ad evitare l’agone politico. Giorgio Napolitano ha raffreddato le sue simpatie dopo i recenti sviluppi politici. Eppure Mario Monti non esclude la possibilità di fare campagna elettorale in prima persona. Nel caso in cui si candidi premier, ipotesi che con i giorni che passano si rafforza sempre di più, il Professore non si limiterebbe solo a dare il consenso a una dicitura "Per Monti premier" all’interno del simbolo, ma farebbe campagna elettorale per difendere l'agenda portata avanti nell'ultimo anno dai tecnici. Per ora, però, non ha ancora scuolto la riserva: finché è ancora presidente del Consiglio non lo farà.
"Non cadrò nella tentazione di restare fermo - ha detto Monti - perché mi pongo il problema morale di dare un contributo al Paese anche se dovrò pagare in termini personali". Alle spalle del Professore c'è un "blocco" granitico che lo vorrebbe candidato premier alle prossime elezioni. È un caravan serraglio centrista che punta al Monti bis. Si va dall'ex ministro degli Esteri Franco Frattini al presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo in una galassia piuttosto eterogenea che vedrebbe ruotare attorno all'attuale premier quattro liste. Secondo indiscrezioni riportate da Repubblica, in campo scenderebbero la lista dell'Udc, quella dei finiani, quella degli ex Pdl e quella del presidente della Ferrari che attrarrebbe i ministri Andrea Riccardi e Carlo Passera e alcuni esponenti della società civile, come il presidente delle Acli Andrea Olivero. Appunto, una federazione con Monti come "capo politico". Dal momento che la lista del presidente del Consiglio, che dovrebbe avere un riferimento all’Italia, vedrebbe confluire al suo interno anche i "filomontiani" del Pdl, il partito di via dell’Umiltà è in fibrillazione. Alcuni esponenti come Mario Mauro, Gaetano Quagliariello, Maurizio Sacconi, Giuliano Cazzola, Franco Frattini guardano al Professore, ma auspicano che ci sia un accordo tra Monti e il Pdl, su una base programmatica e "attraverso" la figura di Angelino Alfano. Accordo che ieri sera, nello studio di Porta a Porta, il Cavaliere ha allontanato spiegando che l'accordo è saltato per colpa del leader centrista Pier Ferdinando Casini. Anche all'interno del Pdl persistono, dunque, sensibilità diverse. Tuttavia, non tutti i "filomontiani" potrebbero abbandonare Berlusconi che punta a far slittare il voto di febbraio sulla scia della rimonta nei sondaggi.
Monti non ha ancora deciso quale sia la soluzione migliore. Oggi è stata rinviata la conferenza stampa di fine anno che il presidente del Consiglio avrebbe dovuto tenere venerdì prossimo. Casini preferirebbe la lista "unitaria", ma Montezemolo ha esplicitamente posto veto nei confronti di Gianfranco Fini. "Monti è l’unica scelta seria - ha detto il leader dell'Udc - mentre dall’altra parte ci sono buffonate o incognite". Stamattina Monti ha incontrato i centristi per valutare le prossime mosse in vista dell’annuncio definitivo che potrebbe esser tenuto domenica prossima, subito dopo le dimissioni (venerdì) e lo scioglimento delle Camere (sabato).
"Ha già preso una decisione", ha assicurato Casini che nelle ultime ore si è calato nei panni di portavoce del Professore, proprio mentre la lista "Verso la Terza Repubblica" ha dato il via alla pre-raccolta firme.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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