I dieci comandamenti padani al figlio del boss Totò Riina per "ambientarsi" a Padova

In una trasmissione della tv della Lega viene stilato un decalogo provocatorio con i consigli per il figlio del boss mafioso GUARDA IL VIDEO

I dieci comandamenti padani al figlio del boss Totò Riina per "ambientarsi" a Padova

I dieci comandamenti padani per Salvuccio. Dopo la decisione sul trasferimento a Padova del figlio del boss Totò Riina e dopo le dichiarazioni del Senatùr ("I mafiosi andrebbero fucilati"), la tv della Lega Nord ha pensato di dare dei "consigli" a Salvatore jr.

Dieci regole per sopravvivere al Nord, spiegato in maniera ironica e provocatoria dai due conduttori della trasmissione "I polentoni".

"Noi che siamo bravi padani molto accoglienti vogliamo regalargli il decalogo per integrarsi al meglio a Padova", hanno spiegato i conduttori. Ed ecco i dieci punti. Si parte dalla fila che al Nord "si fa, non come in Sicilia, dove, quando arrivi tu, caro Salvatore, le folle si aprono". Poi, come secondo punto, l’emittente del Carroccio sfodera un vecchio cavallo di battaglia: la raccolta differenziata (già oggetto di una video-lezione al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, nei giorni dell’emergenza rifiuti). Lo smaltimento "non è prendere il pentito e metterlo nella colonna di cemento armato".

Al terzo posto, c’è la cortesia ("quando parli con una persona non la devi toccare, mantieni le distanze"), mentre, subito dopo, lo mettono in guardia da una tradizione veneta: mai fidarsi dei padovani che ti portano a bere, meglio andare a casa "tranquilli, con la coppoletta, a guardare il Gattopardo". Altro problema: le donne. "Anche qua c’è una sottile differenza di costumi, tra Padova e la Sicilia: se vuoi una donna, lei deve essere d’accordo, non vale quello che fai, di solito, e cioè andare dal padre a offrire cammelli e arance".

Sesto: abituarsi a usare i mezzi pubblici. Settimo: il lavoro onesto ("che non è organizzare una batteria di cinesi clandestini che filano"). Poi, c’è il look: magari meglio evitare gli occhiali da sole che coprono tutto il viso.

I Polentoni si spingono a suggerire a Salvatore di andare in giro ad attaccare copie del vecchio manifesto con cui la Lega proclamava, negli anni Ottanta, il suo "no" al soggiorno obbligato dei mafiosi al Nord. Infine, gli regalano la bandiera del Veneto, con il Leone di San Marco. E un avvertimento: "Quando senti dire "Ocjo, leon che magna il teron", stai attento perché tu non sei il leone".

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