I grillini in piccionaia tra slogan e ideologia: non "salutano" il Papa

Grillo battezza i neo eletti: "La storia ha inizio". Il M5S occupa le ultime file delle Camere: è l'operazione "fiato sul collo". Viaggio tra i grillini alla prova del parlamento

I grillini in piccionaia tra slogan e ideologia: non "salutano" il Papa

"Si può entrare in Aula con una cravatta che rechi una scritta?". Un giovane parlamentare del Movimento 5 Stelle interroga Roberta Lombardi mentre aspettano di entrare, insieme a tutti gli altri neo eletti grillini, a Montecitorio. "Penso di sì - risponde la capogruppo dei Cinque Stelle - il dressing code dice giacca e cravatta". La scritta, per nulla elegante, è "No carbone". Il primo giorno di parlamento dei seguaci di Beppe Grillo è un cliché che mischia l'ideologia grillina agli slogan antagonisti: dalle spille "No Tav" agli auto scatti su mezzi pubblici, dagli slogan contro gli sprechi della casta agli inseparabili pc con cui trasmettere il verbo della democrazia trasparente. "La storia ha inizio", ha commentato il comico genovese.

"Scusi per l’Aula dove devo andare?". Emozionati, ma per nulla intimoriti, i 109 deputati e i 54 senatori neo eletti fanno il loro primo ingresso in Aula. Sono arrivati i "marziani", come li definiscono i parlamentari più "esperti". Molti di loro hanno scelto di rendersi riconoscibili appuntando al bavero della giacca o, per le donne, al foulard che portano al collo, una spilletta del Movimento 5 Stelle. Alla fine non c'è stata alcuna "marcia" dal Colosseo a Montecitorio. I grillini si sono limitati a una disciplinata fila davanti ai "cancelli", mezz’ora prima dell’inizio: alla Camera come al Senato sono entrati in fila, ordinati, in abiti adeguati alla solennità del momento, con i capigruppo Roberta Lombardi e Vito Crimi ad aprire gli schieramenti. La maggior parte avevano con sé l’inseparabile valigetta porta computer a tracolla. "È un bel momento - ha sottolineato la Lombardi - e il primo giorno che i cittadini possono esprimere il loro voto in Parlamento ed esprimersi per il loro presidente di Camera e Senato". Come negli ultimi giorni, i senatori si sono dati appuntamento nell’aula della commissione Industria di Palazzo Madama e lì si sono scambiati le prime impressioni e le ultime indicazioni sul comportamento da tenere in Aula. "Ho un nodo allo stomaco", ha detto uno. "Che responsabilità...", ha fatto eco un altro. "A piedi verso Palazzo Madama - ha commentato il capogruppo pentastellato Vito Crimi - la gente che ci incrocia e ci incoraggia a tener duro e a non mollare adesso non ha prezzo".

I neo eletti ci tengono a segnare la differenza rispetto agli esponenti degli altri partiti sottolineando che stanno arrivando nei palazzi romani non in auto blu, ma con autobus e metro. La piemontese Laura Castelli si fa fotografare in piedi in autobus: "Il 170 è troppo comodo per andare a Montecitorio...". Il campano Angelo Tofalo, invece, immortala il tabellone della metropolitana di Roma. Anche le Camere si trasformano in un vero e proprio set fotografico. Smartphone e iPad alla mano i parlamentari hanno continuato a postare gli scatti sui social network. Tra questi anche l'immagine di un apriscatole, con a fianco una spilletta del Movimento 5 Stelle e i tesserini parlamentari dei senatori Maurizio Buccarella, Barbara Lezzi e Daniela Donno. Un chiaro riferimento alla dichiarazione più volte ripetuta da Grillo in campagna elettorale: "Gli eletti 5 Stelle apriranno il parlamento come una scatola di tonno". In realtà, al primo giorno di "scuola", sembrerebbe che i Cinque Stelle stiano trasformando il parlamento in un (pessimo) reality. Non a caso, nella tribuna di Montecitorio, è stato avvistato anche l'ex Gf Rocco Casalino, adesso portavoce pentastellato.

"Siamo appena entrati in aula per la prima seduta! Operazione 'fiato sul collo' già iniziata - ha commentato l'onorevole Simone Valente - abbiamo occupato le ultime due file in alto in modo da controllare tutto". Una volta entrati a Montecitorio, i deputati del M5S hanno infatti occupato i posti che prima appartenevano a parte del Pdl e dei futuristi di Gianfranco Fini. Nella prima seduta non c’è assegnazione predefinata dei posti che verranno assegnati successivamente dall’ufficio di presidenza. Una nursery è stata allestita al piano della tribuna stampa per la deputata Loredana Lupo che ha un bimbo di pochi mesi. Anche a Palazzo Madama, invece, hanno ottenuto di prendere posto negli ultimi banchi, in fondo al centro, per "controllare" i colleghi nel nome della trasparenza. Tra questi anche il piemontese Marco Scibona che si distingue per la cravatta con la scritta "No Tav". Le file dei Cinque Stelle sono rimaste immobili e sedute quando il presidente di turno Emilio Colombo ha citato il papa Francesco e tutti i senatori si sono alzati in piedi per applaudire. Qualche grillino ha addirittura manifestato anche gesti di insofferenza scuotendo le mani. Il gesto è il primo messaggio di rottura - condita da una fortissima dose di ideologia e cattiva educazione - nei confronti di un sistema che vorrebbero ribaltare. In realtà, ogni singolo movimento sembra essere studiato a tavolino per prendere le distanze dagli altri partiti e finire sulle pagine dei quotidiani. A partire dai bicchieri. Come si usava alle feste in casa, i Cinque Stelle hanno fatto una scelta low cost per ristorarsi durante le lunghe assemblee di queste ore: bicchieri di plastica col nome scritto in pennarello. La Lombardi si è addirittura messa in fila per bere dalla "fontanella" da cui scorre a Montecitorio l'acqua "pubblica" dell’antichissimo condotto di Trevi. Anche questa, una scelta testimoniata dalle pagine Facebook dei neoeletti. Con tanto di dibattito in proposito.

Il convinto ecologista Paolo Bernini ha subito trovato il punto debole della strategia: "Scempio di plastica a Montecitorio". E un sostenitore ha suggerito: "E se ciascuno si portasse la sua borraccia?".

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