I politici in smart working e i dipendenti protestano

L'emergenza Covid è finita, ma non per il Campidoglio e per le sue diramazioni

I politici in smart working e i dipendenti protestano

L'emergenza Covid è finita, ma non per il Campidoglio e per le sue diramazioni. «Lo smart-working prosegue per i consiglieri comunali e municipali che svolgono le riunioni delle commissioni ancora da remoto attraverso la piattaforma Teams», denunciano i dipendenti del Comune di Roma. «Per loro è comodo così perché possono anche accedere tramite telefonino e possono continuare a fare ciò che vogliono», ci viene detto da un'istruttrice amministrativa, ossia dall'impiegata addetta a certificare la presenza o l'assenza dei singoli consiglieri che partecipano alle sedute delle varie commissioni. «Spesso si collegano con la telecamera spenta e io non posso certamente verificare se sono presenti oppure se sono andati a fare la spesa», dice l'impiegata di uno dei 15 municipi della Capitale, ossia di quelle che un tempo venivano chiamate circoscrizioni. «Una volta abbiamo visto delle persone collegarsi mentre si trovavano al mare in costume Ed è decisamente poco serio», commenta la dipendente inviperita.

Dal Campidoglio, invece, arriva la difesa dei consiglieri comunali che apprezzano la nuova modalità mista. «Abbiamo modificato il regolamento del Consiglio comunale, consentendo di fare i Consigli in presenza e le commissioni online perché altrimenti sarebbe difficile raggiungere le sedi delle varie commissioni», dice il consigliere municipale del Pd, Yuri Trombetti. Nell'autunno 2021, infatti, il Campidoglio ha deciso di fare a meno della sede di via del Tritone dove, prima della pandemia, si svolgevano le riunioni di tutte le commissioni del Comune. «Va considerato poi, che noi consiglieri abbiamo anche più di una seduta di commissione al giorno e proseguiremo con questa modalità mista finché non avremo di nuovo una sede unica in cui riunirci», spiega Trombetti. Il consigliere democratico, poi, però, ammette: «Certo, i singoli municipi che non hanno questi problemi di spazio potrebbero anche tornare in presenza». Il deputato Paolo Ciani, che ricopre anche il ruolo di consigliere comunale per la lista Demos, commenta: «È una nuova forma di lavoro. E devo dire che la modalità online è stata apprezzata dai consiglieri di tutte le parti politiche». E ipotizza: «Probabilmente, in futuro, le sedute delle commissioni che prevedono l'audizione di consiglieri dei vari municipi si svolgeranno da remoto». Ora, invece, avviene il contrario, ossia le commissioni si svolgono in presenza solo quando ci sono audizioni oppure, chiaramente, quando si devono effettuare dei sopralluoghi. E, da parte del centrodestra, non vi sono obiezioni di sorta. Anzi. «Qui non c'entra lo smart-working. Anche nel mondo del lavoro, ora, molte riunioni si svolgono online. Non ci trovo nulla di male», dice Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Campidoglio, che vede dei vantaggi per tutti: «C'è un risparmio di tempo per noi consiglieri e vi è una maggiore trasparenza anche per i cittadini che possono vedere in diretta lo svolgimento dei lavori delle commissioni». Rachele Mussolini, consigliera di Fratelli d'Italia, tra il serio e il faceto, dice: «So già che scriverà un articolo al vetriolo, ma francamente questa modalità ci consente di avere la massima resa possibile».

E sentenzia: «Riunirci da remoto ci permette di svolgere il nostro lavoro, stare sul territorio e seguire anche le commissioni. È una linea condivisa da tutti». Da tutti, eccetto dai dipendenti comunali che sono costretti ad andare in sede.

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