Ilaria Salis è libera, tolto il braccialetto elettronico

All'insegnante imputata per aggressione in Ungheria è stata tolta la misura di custodia cautelare e adesso può tornare in Italia

Ilaria Salis è libera, tolto il braccialetto elettronico
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Ilaria Salis è libera. All'insegnante italiana, da 15 mesi detenuta a Budapest, in Ungheria, con l'accusa di aver preso parte a un pestaggio a Budapest, è stato tolto il braccialetto elettronico e potrà tornare in Italia. La 39enne ha chiamato i propri avvocati, Eugenio Losco e Mauro Straini, per avvisarli di aver ricevuto il provvedimento del giudice ungherese che l’ha liberata dagli arresti domiciliari. La sua famiglia aveva già acquistato i biglietti aerei per raggiungerla nel giorno del suo compleanno, lunedì 17 giugno, quando festeggierà il quarantesimno anno.

L'immunità scatta con l'elezione, non serve la proclamazione

Nel frattempo è ufficiale: il processo in Ungheria a carico di Ilaria Salis è "sospeso". Lo ha stabilito il giudice ungherese Jozsef Sós nel provvedimento con cui ha disposto oggi, 14 giugno, la liberazione dai domiciliari della 39enne. A spiegarlo è il legale italiano della donna, Eugenio Losco, che, in attesa di ricevere gli atti tradotti in italiano, si è fatto anticipare dal suo omologo ungherese i contenuti della decisione. L'ordinanza in ungherese in una decina di pagine è fondata sulla comunicazione, inviata negli scorsi giorni dal Ministero degli Esteri di Budapest con allegato l'elenco dei 76 parlamentari eletti a Bruxelles e Strasburgo per l'Italia. In base a ciò, il magistrato ha stabilito che Salis debba godere fin da subito dell'immunità parlamentare, fondando la decisione su una sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha sancito come lo status di parlamentari lo si raggiunga sin dal momento dell'elezione e non alla proclamazione e insediamento. Il giudice Sòs ha quindi disposto la scarcerazione e la sospensione del procedimento penale dove Salis rischia una condanna a 25 anni. Spetterà eventualmente all'autorità giudiziaria ungherese chiedere al nuovo Parlamento europeo la revoca dell'immunità.

Lo sdegno dell'Ungheria

L'elezione di Ilaria Salis all'Europarlamento, che le dà l'immunità, "non è una visione molto positiva della democrazia italiana e di parte della volontà dell'elettorato. Mandare un criminale all'Europarlamento non rende migliori l'Europarlamento o, per quella questione, gli elettori che hanno pensato che un criminale debba essere mandato in Parlamento", ha detto il ministro Gergely Gulyas, nonché capo di Gabinetto del premier ungherese Viktor Orban, rispondendo a chi chiedeva come valutasse l'elezione di Salis. Inoltre, bisogna fdare un distinguo giuridico: "L'immunità si compone di due parti: immunità e inviolabilità. Inviolabilità significa che il procedimento può continuare quando e se la persona non gode dell'immunità o l'ha revocata. Quindi l'autorità ungherese competente dovrebbe chiedere al Parlamento europeo la revoca dell'immunità, e se un'ampia maggioranza del Parlamento europeo non ritiene accettabili gli abusi fisici e non vuole lasciare impuniti questo tipo di grave crimine, allora farà revocare l'immunità e il procedimento penale potrà proseguire durante il mandato dell'eurodeputato. In caso contrario, potrà continuare allo scadere del mandato", ha dichiarato Gulyàs.

Salis morosa verso l'Aler

Intanto sul fronte italiano continuano i guai dell'europarlamentare eletta con Allenaza Verdi e Sinistra condannata per l'occupazione abusiva di un alloggio di via Giosuè Borsi 14 e danneggiamento della porta d'ingresso il 10 febbraio 2023 nel quartiere Corvetto a Milano. "La cosa positiva della sua elezione nel Consiglio europeo è la possibilità per l'azienda di recuperare il consistente importo dovutogli da Salis", ha detto il consigliere milanese di Fratelli d'Italia Enrico Marcora. Aler infatti non molla e ha attivato le procedure per la "riscossione coattiva del credito" per l'occupazione abusiva di un alloggio di via Giosuè Borsi 14 e danneggiamento della porta d'ingresso il 10 febbraio e ora si "attiverà nelle opportune sedi" per "le procedure di riscossione coattiva del credito" da 90mila euro.

E anche Fratelli d'Italia insiste sulla riscossione del debito e annuncia una mozione che sarà discussa in Consiglio regionale martedì per impegnare il presidente Attilio Fontana e la giunta a "sollecitare Aler, ente gestore delle abitazioni popolari, ad avviare immediatamente le procedure legali per il recupero del credito" includendo "il ricorso al pignoramento dello stipendio" dell'europarlamentare appena eletta con Avs e già condannata per un'occupazione di un immobile al Corvetto.

Lo stesso Fontana ieri è stato chiaro: "Non so se Ilaria Salis abbia o meno debiti nei confronti dell'Aler - spiega il governatore - ma se li dovesse avere, credo sarebbe opportuno che paghi".

Fratelli d'Italia, nel testo della mozione, chiede «che venga inoltrata apposita istanza al giudice competente per ottenere il pignoramento" dello stipendio di Salis, e sottolinea che il mancato pagamento dei canoni di affitto "crea un danno economico significativo per l'ente pubblico gestore".

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