Ilva ai sindacati: "Stop a Genova entro 4 giorni"

L’azienda ha confermato che, a seguito del sequestro dei prodotti finiti, "ci saranno presto ripercussioni anche sugli altri impianti italiani ed esteri. Genova e Novi Ligure si fermeranno entro tre-quattro giorni"

Veduta esterna dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto
Veduta esterna dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto

Non si placano le tensioni all'Ilva. La procura sta studiando la formulazione più adeguata per sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, mentre è terminato l'esame nelle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive alla Camera di un emendamento che prevede il via libera al "piano straordinario per la salute nel territorio provinciale di Taranto".

Le modifiche al testo del decreto del governo sull'Ilva "migliorano in maniera più esplicita la componente salute", ha spiegato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.

Nel frattempo, l’azienda ha confermato che, a seguito del sequestro dei prodotti finiti, "ci saranno presto ripercussioni anche sugli altri impianti italiani ed esteri. Genova e Novi Ligure si fermeranno entro tre-quattro giorni". A riferirlo all'ANSA è stato il segretario provinciale della Uilm, Antonio Talò.

Delle ripercussioni del mancato dissequestro dei prodotti semilavorati accumulati sulle banchine portuali l’azienda ha parlato in un incontro tra la dirigenza dell’Ilva e i sindacati di categoria nel quale è stata annunciata per Taranto la cassa integrazione in deroga per 1.428 lavoratori fino al 31 gennaio.

"A Novi Ligure c’è già il contratto di solidarietà da mesi e non so che tipo di sostegno potranno avere. Ci saranno conseguenze, anche se minori, per Racconigi", ha aggiunto Talò.
L’Ilva l’altro ieri aveva annunciato ripercussioni per 1.

500 unità impiegate negli stabilimenti liguri, 1.000 a Genova e 500 a Novi, per l’Hellenic Steel di Salonicco, la Tunisacier di Tunisi, gli stabilimenti della Francia e le strutture di Torino, Milano, Padova, Salerno, Marghera.

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