Immigrazione, Letta: "Dall'Europa non accetteremo compromessi al ribasso"

Il premier alla Camera: "L’Europa non può stare a guardare, se lo fa muore, insieme alle centinaia di uomini, donne e bambini che perdono la vita mentre cercano la salvezza"

Immigrazione, Letta: "Dall'Europa non accetteremo compromessi al ribasso"

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, interviene alla Camera in vista del Consiglio Ue di Bruxelles del 24 e 25 ottobre. Si sofferma, prima di tutto, sull'immigrazione: "Un dramma che esige una riflessione generale sulle politiche comuni. Sono adeguate? Credo di no. In che modo possiamo rinnovarle è un imperativo importante e urgente". Non usa mezzi il premier. "In questa Aula abbiamo parlato più volte negli ultimi mesi di un’Europa che non basta, presa nelle proprie contraddizioni, che ha smarrito la sua anima in balia di discussioni interminabili". Per Letta l’Ue "la parola solidarieta ce l’ha scritta nei trattati ma poi non riesce a esercitarla quando un Paese e in difficolta". Quanto all’emergenza immigrazione, è il monito di Letta, "l’Unione europea per la sua storia e per le sue più nobili ragioni fondative non può stare a guardare. Se lo fa muore, insieme a centinaia di uomini, donne e bambini". Non accetteremo compromessi al ribasso, ribadisce il premier. "Il 2014 sia un anno di svolta per le politiche migratorie nel Mediterraneo e le politiche di asilo. È una questione essenziale che pongo non solo in vista del consiglio Ue ma anche dell’agenda che insieme, governo e Parlamento, metteremo a punto per il nostro semestre".

Ma nel concreto cosa chiederà Letta all'Ue? "Quattro impegni precisi. Il dramma di Lampedusa è una questione europea; misure immediate per mettere in atto il programma di sorveglianza Eurosur e rafforzare Frontex, un piano d’azione per la gestione dell’emergenza migratoria; dialogo con i Paesi del Mediterraneo. Nessuno si illuda - prosegue il presidednte del Consiglio - che queste tragedie siano episodi occasionali, destinate a risolversi"con l’arrivo dell’inverno, perché non è così".

In tema di sacrifici economici Letta sottolinea che "sono accettabili se poi c’è una ricompensa, se si vede una via d’uscita". Al contempo il presidente del Consiglio invita a "superare steccati ideologici per aprirci alla cultura europea. Così si può vivere un’Europa unita. Il semestre italiano alla presidenza Ue ci darà la possibilità di farci orizzonte di pace e modernizzazione. Gli Stati uniti d’Europa sono il sogno delle nostre generazioni".

"La strada per uscire dalla crisi non è costruire nuove gabbie di procedure e nuove gabbie di sanzioni, non è mai stato e mai sarà il modello intergovernatvio, ma un maggiore equilibrio tra quanto chiesto agli stati in surplus e quanto chiesto agli stati in deficit". Il premier ha ricordato che tra i temi in agenda ci sono "la politica economica e il completamento dell’unione economica e monetaria", anche se le decisioni verrano assunte solo alla riunione di dicembre, "tuttavia - ha chiarito Letta - non voglio sottovalutarlo: la zona euro ha bisogno di maggiori convergenze, le riforme nazionali se fatte insieme danno risultati migliori, perciò noi porteremo un messaggio chiaro: abbiamo uno schema, un insieme di regole, ribadiremo che non può esserci progresso in più sorveglianza e coordinamento senza la creazione di meccanismi di assistenza finanziaria per facilitare l’attuazione delle riforme strutturali nei paesi in difficoltà".

E prosegue toccando un altro tema cruciale, quello delle crisi finanziarie: "Oggi è aperta la discussione, è un punto cruciale, fra chi vuole un meccanismo intergovernativo con diritti di veto, e chi, come noi, chiede un meccanismo sovranazionale con risorse

proprie. Il Governo si batterà perché ci sia un chiarimento politico. Sul tema dell’unione bancaria, entro la fine di questo Parlamento (europeo, ndr) andrà adottato un sistema di risoluzione unico delle crisi bancarie".

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