Imprenditore ucciso a Roma con tre colpi di pistola al volto

L'agguato potrebbe essere collegato a motivi economici e divergenze con gli abitanti di Casalpalocco, località dove aveva acquisito i terreni di una società fallita

Tre proiettili al volto. Così è stato ucciso ieri mattina Sesto Corvini, 74 anni, imprenditore romano, mentre al volante di un furgone percorreva via Alessandro Magno, periferia romana di Casalpalocco. L'uomo è stato bersagliato da una raffica di colpi di pistola, almeno sei, nel corso di quella che secondo i carabinieri potrebbe essere stata una vera e propria esecuzione scatenata probabilmente da interessi economici. La vittima aveva immobili e terreni nella zona di Casal Palocco e in passato aveva avuto una serie di contenziosi legali proprio su quelle proprietà.
Aveva infatti acquistato all'asta la Società Generale Immobiliare Sogene di Casal Palocco, dopo il fallimento dei vecchi proprietari.
Nel corso degli anni si erano aperti diversi contenziosi legali con gli abitanti del quartiere. L'imprenditore aveva chiesto il riscatto di alcune aree acquisite, e più precisamente del consorzio di Casal Palocco per uno spazio destinato alla discarica di potature. Il tribunale, secondo ambienti investigativi, aveva poi stabilito che all'interno di quell'area il Consorzio aveva accumulato sostanze tossiche o nocive e aveva dunque riconosciuto un risarcimento per la bonifica per circa cinque milioni di euro. Una somma corrisposta in quota parte dalle famiglie consorziate. «Questo omicidio è sicuramente legato ad interessi forti - dichiara Serena Gana Cavallo, presidente del Consorzio. Con lui abbiamo avuto e abbiamo ancora numerose cause in corso. Pensava di essere il padrone di Casalpalocco, credeva di avere la proprietà di qualsiasi cosa, perfino dei pini del quartiere».
«Corvini, proprietario del golf club di Casalpalocco - continua la donna - nel 1994 ha comperato all'asta moltissimi beni residui della liquidazione della società immobiliare. Per 240 milioni di lire riuscì a portarsi a casa numerosi terreni e addirittura anche alcune porzioni della Colombo. Ricordo vessazioni e scenate da parte sua verso i consorziati. In nome di una non certificata proprietà pensava di poter disporre di strade e terreni come se fossero esattamente i suoi».
Gli abitanti della zona sono divisi nel dare un giùdizio sulla vittima. Il vicino di casa è esterefatto alla notizia della sua morte e parla di una «bravissima persona». «Chi semina vento raccoglie tempesta - interviene Mario un altro residente -. Non è un criminale, avrà anche agito legalmente, ma non si è fatto tanti problemi».
Gli investigatori scavano tra le attività economiche della vittima.

Coordinati dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, stanno in queste ore passando al setaccio i rapporti economici e i contenziosi sorti dopo l'acquisto dei terreni a Casal Palocco appartenuti ad un consorzio fallito. Dai risultati dell'autopsia potrebbero arrivare nuove risposte.

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