Imu e Iva, governo verso lo stop. Ma stangate in arrivo dai Comuni

Esecutivo al lavoro per riformare l'Imu. Delrio: "Paghino solo le prime case di lusso". Si studia la riforma del catasto. Pronta la stangata degli enti locali

La pagina del modello F24 alla voce Imu
La pagina del modello F24 alla voce Imu

Una serie di incontri tecnici bilaterali tra i rappresentanti del Ministero e le forze politiche. Poi un incontro collegiale in cui il governo entro agosto tirerà le somme e deciderà come muoversi. Così proseguiranno i lavori su Imu e Iva secondo il Tesoro.

"L’Imu si pagherà solo sulle prime case di lusso, l’accordo è vicino". In un’intervista alla Stampa, il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio svela la road map su cui il governo sta procedendo per abrogare (in parte) l'imposta sulla prima abitazione e per bloccare l'aumento dell'aliquota Iva. In attesa della riforma della tassazione sulla casa, il 2013 passerà, con ogni probabilità, indenne per i proprietari e, come annunciato sabato dal ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, non registrerà nemmeno il temuto aumento al 22% dell’imposta sui consumi. Nel frattempo, però, come dimostra un'attenta analisi fatta dal Sole 24Ore, oltre alla tariffa Tares che manderà definitivamente in pensione la tassa sui sui rifiuti, le amministrazioni comunali hanno già iniziato a ritoccare al rialzo l’Imu e aumentare il prezzo del biglietto dei mezzi pubblici e il canone di occupazione.

Dei 6 miliardi necessari quest’anno come copertura economica delle misure (2 miliardi per il mancato gettito di un punto dell'Iva in più per sei mesi e 4 miliardi per le due rate dell'imposta sulla prima abitazione) per il momento il Tesoro ne ha raggranellato soltanto uno, sempre che le Camere non modifichino il testo del decreto lavoro all’esame della Commissioni Finanze e Lavoro del Senato. Il miliardo necessario per rimandare il rincaro da luglio a ottobre è stato coperto con l’aumento degli acconti fiscali. Decisione dalla quale il dicastero di via XX Settembre non sembra intenzionato a discostarsi, sebbene non sia piaciuta al Pdl che è fermamente contrario a qualsiasi incremento (anche minino) della pressione fiscale. Finora di modifiche al decreto non ce ne sono state, ma qualche emendamento potrebbe arrivare anche all’ultimo minuto nel passaggio in Aula. Il voto sul provvedimento è ufficialmente calendarizzato per domani pomeriggio, ma non è escluso che possa slittare di un giorno in attesa di nuovi interventi. Si tratterebbe in ogni caso di aggiustamenti minimi, probabilmente con uno arresto all’aumento degli acconti su Ires e Irap delle società. Da qui al 31 agosto, data entro la quale il governo si è impegnato a risolvere i principali temi economici, il premier Enrico Letta dovrà trovare un altro miliardo a cui aggiungere i 4 per abrogare l'odiatissima Imu. Nodo questo a cui si dedicherà il tavolo tecnico convocato oggi pomeriggio al Tesoro per riprendere le fila della cabina di regia di giovedì scorso e per entrare nel merito delle ipotesi di riforma, a partire dalla sostituzione di Imu e Tares con una sola service tax. Dal momento che la nuova imposta sulla casa dovrà incorporare anche la Tares, il governo intende tener conto del numero dei vani.

Se dunque per quest’anno, in attesa della legge di stabilità del 2014, le famiglie riusciranno a salvarsi dalla stangata fiscale, il timore è che un nuovo aumento arrivi dei balzelli imposti dalle amministrazioni locali. A partire dalle addizionali regionali. Negli ultimi vent’anni i tributi locali sono già aumentati di cinque volte e per l’anno prossimo, senza interventi correttivi, si prevede un’ulteriore impennata in media del 36%, a partire dalle Regioni in deficit sanitario. Ma non solo. Anche i Comuni sono pronti a mettere mano ai conti.

Un esempio su tutti? Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia potrebbe alzare l'Irpef comunale all'aliquota massima (0,8%). Stesso discorso per l'Imu. Nella Genova del Sel Marco Doria, l'aliquota sulle case affittate a canone concordato passerà dallo 0,76% allo 0,96%.

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