La partita politica si gioca tutta sull'abolizione dell'Imu sulla prima casa. Il Pd, che sotto sotto vuole la caduta del governo, fa di tutto per provocare. Anche il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni ci mette del suo allontanando l'ipotesi dell'esenzione totale perché ritenuta "poco equa". Silvio Berlusconi, però, non ci sta ad arretrare su uno dei punti cardine dell'accordo di governo, sarebbe discposto anche a far saltare il tavolo. Il premier Enrico Letta lo sa e, per questo, passa alle minacce. "Per riformare l’Imu, come per le altre questioni fiscali, serve un governo e un parlamento - ha spiegato il presidente del Consiglio - se non ci fossero, l’Italia pagherà le rate di settembre e dicembre".
Il Pdl conta sul fatto che Letta manterrà gli impegni presi. Lo stesso Renato Brunetta ha rassicurato, ieri sera, gli italiani. "L'Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli non si pagherà più, né in questo 2013 né per gli anni a venire - ha spiegato ai microfoni del Tg1 il capogruppo del Pdl alla Camera - sono certo che il premier manterrà gli impegni. Sarà il Pdl a ricordargli gli impegni presi in sede di formazione del governo". Per quanto Letta provi a raffreddare le fibrillazioni che infiammano la maggioranza, al Pd sembra non andare proprio giù l'abolizione dell'imposta sulla prima casa. Anche l'ex premier Mario Monti è accorso a dar man forte ai democratici creando un certo imbarazzo tra le file del centrodestra. "Chi oggi nel Pd fa l’ingenuo, o vuole provocarci dicendo che l’imposta può essere ridotta solo in parte, mette a rischio il governo", ha commentato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi che, in un’intervista al Messaggero, ha invitato il piddì a smetterla con i giochini: "Se continua, vuol dire che il Partito democratico vuol far cadere il governo". Purtroppo non sono più soltanto i democratici a mettere i bastoni tra le ruote. Dopo il documento programmatico compilato da Saccomanni per illustrare nove ipotesi di revisione dell'imposta immobiliare, anche la posizione del governo si è fatta più sibillina. Non parla più di abolizione ma di rimodulazione. In una intervista alla Stampa, il ministro allo Sviluppo economico Flavio Zanonato ha spiegato che l'esecutivo si è impegnato a "ridimensionare in modo importante l’Imu sulla prima casa, tenendo conto sempre della condizione dei conti pubblici". Una posizione che non trova del tutto d'accordo il Pdl che vuole l'abolizione tout court dell'imposta sulla prima casa.
Nel dibattito è entrato a gamba tesa Letta nel tentativo di placare le polemiche tra Pd e Pdl. Da qui l'invito alle forze politiche che compongono la maggioranza a "rileggersi gli impegni che ho preso nel mio discorso in parlamento". "Per riformare l’Imu serve un governo e un Parlamento - ha spiegato in conferenza stampa a Baku con il presidente azero Ilham Aliyev - se non ci fossero l’Italia pagherà le rate di settembre e dicembre". Una minaccia (tutt'altro che velata) che non piace affatto al centrodestra. "Se dovesse vincere il partito delle tasse - ha avvertito il senatore Maurizio Gasparri - sarà quello ad assumersi la responsabilità della crisi".
A rassicurare gli animi del Pdl ci ha pensato il vicepremier Angelino Alfano ergendosi a "fortino anti tasse dentro alla maggioranza". "Sono convinto che centreremo questo obiettivo che non è un capriccio del nostro partito - ha assicurato ai microfoni del Tg1 - ma è un bene per gli italiani e la ripresa economica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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