1. L'avvio del percorso legislativo per giungere alla riforma costituzionale ha suscitato grande agitazione nei partiti di opposizione e nella stampa di riferimento, tanto da far gridare al «golpe» temendo il ritorno di un uomo solo al comando. In realtà, basta volgere lo sguardo alle altre democrazie occidentali per comprendere che si è in presenza del solito tentativo di strozzare il dibattito sulle riforme della nostra Carta costituzionale di cui, invece, il nostro Paese ha bisogno per realizzare la sfida della modernità.
2. Dopo la dittatura e la fine della Seconda guerra mondiale la scelta della nostra Assemblea costituente fu una forma di governo parlamentare, sia pure con alcuni correttivi. Ovviamente non si tratta dell'unica forma di governo astrattamente ipotizzabile. Negli Stati Uniti d'America si è, infatti, affermata la forma di governo della repubblica presidenziale, caratterizzata dalla elezione diretta del Presidente della Repubblica e dell'assemblea elettiva (Congresso); nella Francia, si è affermata la forma di governo della repubblica semipresidenziale, allorquando, a partire dal 1962, è stata introdotta l'elezione diretta del Presidente della Repubblica; nella Svizzera, si è affermato la forma di governo direttoriale, meglio nota come Consiglio Federale che racchiude in unico organismo la figura del Presidente del Consiglio e quella di Capo dello Stato.
3. Con particolare riferimento al governo parlamentare, il tratto qualificante è costituito dal rapporto di fiducia permanente che intercorre tra Governo e Parlamento. Altro elemento di rilievo è però il ruolo del Capo dello Stato.
4. Quelle sin qui esposte costituiscono elaborazioni valide in astratto, ma che necessariamente devono essere validate dalla realtà concreta. La prassi esprime, infatti, forme di governo che presentano ora l'una ora l'altra caratteristica ed un quadro in continua evoluzione, a seconda delle realtà storiche reali in cui tali modelli tendono ad affermarsi.
5. Ciò che appunto è avvenuto anche nel nostro Paese, dove nel corso degli anni si sono verificati due aspetti: da un lato, il ruolo sempre più marginale del Parlamento, fino ad arrivare addirittura al taglio del numero dei parlamentari; dall'altro lato, il ruolo sempre più decisivo da parte del Presidente della Repubblica nella direzione politica dello Stato. Tutto ciò ha inevitabilmente creato una sorta di dualismo tra i poteri del Presidente della Repubblica e quelli del Presidente del Consiglio.
6. In attesa di conoscere nel dettaglio il testo della riforma, proprio di questo ora si sta nuovamente discutendo in Italia, con l'evidente intento di rendere governabile il Paese mantenendo intatte le scelte del popolo sovrano. In altre parole, si discute di una sorta di parlamentarismo maggioritario che si fonda sull'idea del «chi vince governa», nel cui ambito si esplica in maniera forte la leadership del Primo Ministro.
7.
Se così stanno le cose, anziché rievocare fantasmi addirittura gridando al golpe, perché non prendere atto che la Costituzione che ha oramai compiuto settantacinque anni in certe parti si può e si deve riformare, per correggerne i difetti più evidenti e migliorarne il funzionamento, evitando in questo modo che la Carta costituzionale sia oggetto di accorgimenti ed interpretazioni?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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