Io, "ubriaco" al volante. Così l'auto diventa un killer

Con addosso una tuta che simula gli effetti della sbronza si va subito fuori strada. Nessun danno. Ma nella realtà sarebbe stata una strage

Io, "ubriaco" al volante. Così l'auto diventa un killer

Ho guidato «brillo», ma senza aver bevuto neppure un Amaro Lucano. Si trattava infatti di una simulazione. Tutto è avvenuto grazie a una speciale «tuta» che ricrea in chi si mette al volante le condizioni fisiche di chi, in precedenza, si era messo a bere come una spugna. Metto la retromarcia e faccio cadere tutti i birilli; freno d'avanti alle strisce, ma investo un pedone; cambio corsia ad alta velocità, ma vado in testacoda. Il corso di «guida consapevole» è organizzato dalla Ford che ieri a Milano ha caricato su un pullman un gruppo di studenti, portandoli sul circuito di Vairano (Pavia) a verificare in pista i rischi che corrono quando commettono il tragico errore di guidare dopo aver fatto il pieno di alcol. I fessissimi teorici del «macché pericoli, io l'alcol lo reggo alla grande...» hanno spesso la loro età, ma anche l'ampia categoria dei «diversamente giovani» non scherza quanto a fessaggine. Il nostro personale viaggio simil «sbronzatico» - capace di trasformare l'auto in un killer - inizia inforcando un paio di occhiali con «visuale sdoppiata» e prosegue con dei pesi applicati a braccia e gambe. Vengono così replicati artificialmente i principali deficit percettivi (riflessi appannati e ritardata percezione del rischio) che portano dritti allo schianto. Morti, feriti. In questo caso, fortunatamente, solo virtuali. Poi si passa ai test di frenata, al cambio di corsia ad alta velocità e alle amate sgommate: tutta roba che manda fuori di giri il tasso di adrenalinico dei baby ospiti della Ford che per loro ha messo a punto il programma «Driving Skills For Life».

Un pacchetto «didattico» teorico-pratico nato quasi per caso 13 anni fa, ma che si è sviluppato sempre di più. Il clima in pista è quello tipico delle gite scolastiche. Solo che qui non ci sono da fare noiose visite a chiese e musei, ma spericolate gimkane tra rettilinei dove provano mezzi di tutti i tipi, compreso un trattore verde che sfreccia impazzitto come il trattore guidato da Totò nel film Totò, Peppino e la malafemmina. Qui, nel «ridente» circuito Quattroruote ASC di Vairano (Pavia), le zanzare ti prendono in ostaggio sulla linea di partenza e non ti mollano fino alla bandiera a scacchi dell'arrivo. Ma i corsisti, più che alle punture degli insetti, si mostrano sensibili alle pizzicate dei tutor Ford (competenti e con un animo da cabarettisti): professionisti della guida consapevole che, metaforicamente, spruzzano Autan (e battute) sulla pelle dei loro ospiti. Memorabile l'interpretazione dell'omino Ford, con t-shirt nera, che finge di parlare solo tedesco, modello-Kakkientruppen. Ma dopo lo «spassoso» sketch, si torna - in lingua italiana - ai consigli seri. Sembra una prevenzione banale, ma Dio sa quanto sia importante: «Non mettetevi alla guida dopo aver bevuto», «Non inviate sms mentre siete al volante».

«Quando entrate in auto siate concentrati e lucidi, spegnete il cellulare. In strada non si scherza. Del vostro mezzo dovete conoscere il più possibile: pneumatici, olio, filtri, parti meccaniche...», arringa l'istruttore Ford. I ragazzi lo guardano perplessi, si vede lontano un miglio che loro - più che di crick - sono pratici di spritz. Intanto si fa a gara per montare in auto per provare evoluzioni che mai nessuno (almeno si spera) oserebbe compiere nel traffico cittadino.


Il sottoscritto - per la cronaca - si è sottoposto alle varie prove superandole non brillantemente, bensì «brillamente» (cioè pieno di teorico spritz): se l'ubriacatura fosse stata reale e in autostrada avrei compiuto un macello, contribuendo anch'io alla terribile contabilità delle cosiddette «stragi del sabato sera», ma che ormai avvengono anche in tutti gli altri giorni della settimana. Alla fine della giornata «attestato di partecipazione» per ogni corsista. Il mio l'ho già attaccato sul parabrezza. Cosa voglio di più dalla vita? Un Lucano. Sì, ma solo se non devo guidare...

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