Italia: è emergenza sicurezza?

"Il treno della legalità è deragliato” il sindacato della Polizia di Stato lancia l’allarme

Italia: è emergenza sicurezza?
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La cronaca di quest'ultima settimana ci impone una riflessione: l’Italia è sicura? Il nostro bel Paese è davvero ancora bello? Dalle notizie che ci arrivano non sembra affatto. In una settimana gli immigrati irregolari hanno fatto parlare di sé. E non in bene. Anzi. Omicidi, tentati omicidi, aggressioni brutali e stupri. Sangue, tanto sangue versato per colpa di persone che non sarebbero dovute essere qui, in Italia. È il caso del nigeriano di Rovereto, in provincia di Trento, che, senza alcuna pietà, ha ucciso una donna, Iris. Picchiata ripetutamente con pugni e calci da un quarantenne nigeriano senza fissa dimora.

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Era prevedibile, lo aveva già fatto. Peccato non avesse mai pagato per le aggressioni. Il nigeriano spacciava in quella stessa piazza teatro più volte di violenza. A farne le spese poco tempo fa un passante in bicicletta (aggredito senza un motivo) e persino i carabinieri. Picchiati con forza. Immobili, impotenti di fronte all’africano che li ha messi al tappeto. In un video si vede perfettamente un uomo in divisa spalle a terra, sull’asfalto, mentre l’altro carabiniere cerca di ammanettarlo. Eppure, era ancora lì, libero di delinquere. Libero di uccidere. Il Pm lo giustifica, lo difende. I precedenti? “Robetta. Ha un fisico spettacolare, doveva giocare alle Olimpiadi” ha detto. Assurdo, non credete?

Da Trento a Firenze. Sempre un immigrato ha aggredito con un coltello un corriere. Era su di giri, vagava completamente nudo per la strada.

Da Firenze a Rimini dove, un nordafricano ha stuprato una ventunenne sulla spiaggia senza alcuna pietà.

Da Rimini a Catania, anche qui violenza. Questa volta l’aggressore è un immigrato proveniente dal Gambia. “Vi uccido!” ha detto a due agenti della polizia di stato. E ci è mancato poco che ci scappasse il morto. Gli agenti erano intervenuti dopo la segnalazione su una persona intenta a danneggiare auto. All’arrivo della polizia ha aggredito gli agenti con una bottiglia di vetro rotta. Loro hanno usato lo spray al peperoncino in dotazione, ma il gambiano ha continuato a tirare pugni, ferendoli col vetro e con anelli in fil di ferro con le punte rivolte verso l'alto. Solo l'arrivo di un'altra volante ha permesso di immobilizzarlo e di evitare il peggio.

Ma in tutto questo il Viminale cosa fa? Si limita a lanciare qualche slogan del tipo “tolleranza zero” e a rafforzare i controlli che, a quanto pare servono a poco. È il sistema Paese che non funziona. A dircelo è Felice Romano, segretario generale del SIULP, il sindacato unitario dei lavoratori della polizia. “Il treno della legalità è deragliato, il Paese è sicuro ma manca la certezza della pena. Oggi chi delinque ha la certezza dell’impunità e ha maturato l’arroganza di poter oltraggiare le istituzioni e chi li rappresenta. L’Italia è un Paese sicuro ma ha la necessità e l’urgenza di alcune modifiche normative. La politica deve prendere coscienza che il cittadino oggi percepisce che lo Stato non difende i suoi diritti e non tutela la sua sicurezza.

” E cosa chiede la Polizia? “Il taser a tutti gli operatori e, soprattutto, la certezza della pena.” Insomma, basta poco per rendere l’Italia veramente sicura. Meno slogan e più fatti. Lo chiede il sindacato ma anche i cittadini. Quelli onesti, si intende.

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