L’economia domestica? Adesso è firmata Gucci

L’economia domestica? Adesso è firmata Gucci

Questa idea del vuoto è diventata una vera e propria filosofia. Avete notato che più si sale nella scala sociale, più si toglie? Le case alto borghesi sono quasi scarne, fatte di spazi puliti, per lo più bianchi, luminosi e soprattutto facili da vivere. È partita più o meno da questa liberatoria considerazione Patrizia Gucci (giornalista, scrittrice, pronipote del fondatore della casa di moda, Aldo, e bionda, impegnatissima signora bene) la sera in cui, rientrando nel suo appartamento dopo una cena da amici, si è vista aggredire dalla disorganizzazione e dal «troppo», da quel non tolto che, al contrario, connota ormai le case della gente zen-chic. La sua giornata, probabilmente la sua intera settimana, avevano lasciato vittime e residui tutto intorno a lei: asciugamani abbandonati in bagno, riviste sparse in soggiorno, scarpe ammonticchiate nell’armadio, posta inevasa, appunti e mazzi di chiavi in ingresso... Una sensazione di claustrofobico fastidio si era fatta largo sotto il suo imperturbabile caschetto color miele. Perché è vero che l’abito fa il monaco tanto quanto è vero che l’ordine esteriore rispecchia l’ordine (o quantomeno «un» ordine) interiore. Da quel lussuoso campo di battaglia e da quella sera di bilanci e aspirapolvere notturno, sono nate prima intransigenti considerazioni e poi un libro Benvenuti a casa vostra. Un manuale pieno di buon senso e abitudini «per bene», colmo di consigli, esperienza e piccole furbizie per rendere ordinato, organizzato e soprattutto gradevole lo spazio in cui si vive.
Si vede sotto ad ogni riga che la signora è impregnata di bon ton come una bustina di tè inglese. Ma ha saputo diluire i suoi natali con praticità e senso dell’economia. Estro e razionalità. Dalla riorganizzazione dello spazio negli armadi, allo stratagemma per trovare sempre tutto nelle borse gigantesce con le quali abbiamo il vizio di seviziare le nostre schiene. Dall’apparecchiata con il «bicchiere giusto» al recupero delle tende che non si adattano più alle finestre della nuova casa, dal modo in cui riporre i tappeti durante l’estate alla maniera più trendy per avere sempre a disposizione i bijoux o i prodotti per il make up, dall’organizzaione del Capodanno last minute alla fondamentale scelta della colf. Dall’aperitivo all’anacronistico cestino per il pic nic. Tutto a posto. E qua e là, a pie’ di pagina, in una salvifica finestrella grigia, il «consiglio per guadagnare spazio» (o tempo) e «l’idea in più». Una specie di versione cartacea di quei programmi televisivi (su Real Time, Cielo, Lei, Leonardo tv...), che vanno di moda adesso. Adesso che la gente è tornata «a cuccia», che ha voglia di farsi coccolare da cose normali, di mettere le proprie energie e le proprie risorse in ciò che è certo, che si tocca, che rimane. Il mondo fuori. E l’armonia organizzata dentro: con amici, divani lindi, centrotavola curati, piatti carini. La nostra «roba» sistemata al meglio, per bene e in ordine di colore, a parlarci, rassicurarci, farsi vedere.
La signora Gucci entra in casa nostra ed è un piacere lasciarla entrare: addomestica il nostri disordini, pettina le nostre sciatterie, colma le nostre ignoranze, ci spiega che abbiamo tanto e che è un delitto non accorgersene.

Lo fa senza condizioni perentorie. Ci guida divertita come potrebbe fare la zia che ci ha concesso di fumare la prima sigaretta di nascosto. E poi se ne ritorna sullo scaffale. Muta e non giudicante in attesa della prossima consultazione.

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