Agenda Monti: la grande assente dalla conferenza stampa del premier. Infatti ha fatto la sua comparsa soltanto a tarda sera, su un sito internet nuovo di zecca, www.agenda-monti.it . Ai giornalisti ha descritto le grandi linee e i colori («molto pink e molto green »,cioè rosa e verde,quindi attenta a donne e ambiente), il titolo («Cambiare l'Italia, riformare l'Europa: agenda per l'impegno comune») e il primo comandamento: «Non distruggere ciò che con grandi sacrifici si è fatto nell'ultimo anno».Serve,dice Monti, «per evitare pericolosissimi e illusionistici passi indietro e deve andare avanti». Sul sito, sotto una foto di Mario Monti intento a spiegare qualcosa, al collo una delle consuete cravatte azzurre e alle spalle la bandiera tricolore e quella, anch' essa azzurra, dell’Unione europea, ecco un testo di 25 pagine ricco di indicazioni e pure qualche sorpresa. A partire dal capitolo fiscale. In conferenza stampa Monti aveva detto che l'Imu potrà essere rivista ma non cancellata «perché l'anno successivo bisognerebbe rimetterla doppia », e sarà difficile abbassare le altre imposte: «È deleterio diseducare negli anni al pagamento delle tasse. Gli evasori sono privati italiani che mettono le mani nelle tasche di altri italiani».
Nel documento, invece, Monti dice che tagliare le tasse è possibile, a partire dal «carico fiscale gravante su lavoro e impresa». A scapito di altri cespiti, però, perché «il carico corrispondente» va trasferito su «grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui più deboli e sul ceto medio ». Ergo, per usare il latinorum caro al Professore, patrimoniale e appesantimento dell’Iva sui beni di lusso, alla faccia del «nuovo patto fiscale» con cui vorrebbe riformare il sistema tributario.
Per Monti la sua agenda è «erga omnes» ed «extra partes», cioè non è rivolta a destra, sinistra e neppure centro, ma «chiunque trova titolo di interesse la consideri». Niente ideologie e schieramenti: solo «idee». «L'asse dei prossimi anni passa dalle parole volontà di cambiamento ed Europa, più che destra e sinistra»,è il mantra montiano. Alcuni punti fermi. Rispettare le linee guida dell'Unione europea, anzi «contribuire a costruirle ». Denatalità: «L'Italia deve ritrovare quel tanto di fiducia che serve per fare più bambini, si sta autodistruggendo». Spread: bisogna proseguire con le misure per abbassarlo. «Nel novembre 2011 era il doppio di adesso»: Monti però dimentica di citare l'aiutino ricevuto dall'altro SuperMario, quello che siede al vertice della Bce a Francoforte.
L'agenda parla di riduzione della spesa pubblica, «spending review annuale», liberalizzazioni del commercio e dei servizi, impulso agli investimenti esteri, snellimento burocratico, uso dei fondi europei, costi della politica. «Meno casta meno costi» s'intitola il capitolo relativo, che prevede «la drastica riduzione dei contributi pubblici anche indiretti ai partiti e ai gruppi parlamentari dei rimborsi elettorali», con «perfetta tracciabilità dei finanziamenti privati e una soglia massima per i contributi».
Tolleranza zero per corruzione, evasione fiscale e falso in bilancio. Per il debito pubblico, il cui abbattimento doveva essere una priorità del governo tecnico mentre ha superato in scioltezza i 2000 miliardi di euro, Monti intende rispettare i vincoli europei che impongono di ridurre del 3 per cento annuo il rapporto debito/ Pil per 20 anni.
Quanto al mercato del lavoro, l'agenda va nella direzione opposta alle misure proposte da Vendola e Cgil: «Serve sinergia fra imprese e sindacati, senza catene che ci inchiodano a un passato che non tornerà. Alcune forme di tutela dei lavoratori oggi penalizzano il lavoro». Uno dei punti sarà superare il dualismo tra «lavoratori dipendenti protetti e i non protetti».
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