L'alluvione fa crollare un ponte: tre operai inghiottiti dal fango

L'alluvione fa crollare un ponte: tre operai inghiottiti dal fango

Come nel film Sliding Doors. A salvarli da un destino infame - in quella maledetta serata di lunedì - sarebbe bastato che qualcuno del terzetto avesse scelto di cambiare un dettaglio. Una cosa banale: magari una sosta leggermente più lunga per prendere il caffè o una sosta leggermente più corta per comprare il giornale. Invece no, l'«appuntamento» era fissato proprio in quel preciso punto di quel preciso istante. L'auto su cui viaggiavano è arrivata all'ora x fissata dalla sorte, la voragine si è aperta, inghiottendo tutto e tutti nel fango. I soccorritori hanno faticato non poco per estrarre i cadaveri dal gorgo in cui erano finiti. Una morte assurda. Le vittime sono tre tecnici Enel. La loro auto è rimasta coinvolta nel crollo del ponte sul fiume Albegna, nel comune di Manciano (Grosseto). Paolo Bardelloni, 59 anni, Antonella Vanni, 48, e Maurizio Stella, 47, lavoravano allo Enel Green Power di Larderello. L'Albegna ha spaccato un argine e la forza dell'acqua ha colpito un terrapieno facendo crollare il pilastro del ponte di 10 metri. Mancavano pochi metri di asfalto, e l'auto sarebbe giunta senza danni dall'altra parte del ponte. E invece quella buca enorme che si apre sotto le ruote e la vettura che sprofonda sommersa dall'acqua. Le portiere della macchina non si aprono. I tre cercano di liberarsi, di aiutarsi l'un l'altro. Invano. Restano incastrati. Annegano. Una morte orribile. I soccorritori notano dall'alto i giacconi blu e arancione che indossavano le vittime. Non c'è più nulla da fare. «La strada che transita sul ponte del fiume Albegna sul quale sono morti gli operai dell' Enel era chiusa, come molte altre delle strade intorno, fin dalla notte precedente», ha detto Massimo Luschi, direttore dell'ufficio lavori pubblici della Provincia di Grosseto e dirigente della protezione civile. E allora come mai quell'auto si trovava in una zona off limits? Anche per dare una risposta a questa domanda la Procura di Grosseto ha aperto un fascicolo per crollo colposo e omicidio colposo.
Intanto sono migliaia le persone che in Maremma restano ancora fuori dalle loro abitazioni. Ad Albinia (dov'è arrivato a dare manforte un reggimento dell'esercito) gli sfollati aumentano di ora in ora: i più «fortunati» hanno trovato ospitalità negli alberghi della zona, ma in tanti ancora bivaccano nel palazzetto dello sport di Orbetello in attesa di raggiungere le abitazioni di parenti ed amici. Intanto i dispersi sono saliti a sei. La gente è nel panico, terrorizzata dall'incubo di rimanere abbandonata a se stessa. La macchina dei soccorsi sembra muoversi con lentezza. Molti i centri ancora isolati.
Ancora interrotta la strada statale Aurelia. La ferrovia Tirrenica continua ad essere interrotta mentre è tornata in funzione la linea ferroviaria Siena-Grosseto. «La criticità rimane elevata» recita l'ultimo bollettino meteo. Intanto il governatore della Toscana, Enrico Rossi, mette le mani avanti: «La Toscana è abituata a fare da sola ma questa volta chiediamo un aiuto vero.

Chiedo che nella Legge di stabilità ci sia una norma che assicuri alla Toscana 50 milioni di euro l'anno per 10 anni per la messa in sicurezza contro il rischio idrogeologico e idraulico». Dal premier Monti, per il momento, nessuna risposta.

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