Italia spenta dal rosso

Azzurri show per 40' dopo il tributo commovente a Schillaci. Poi l'espulsione di Pellegrini sul 2-0 apre la rimonta del Belgio

Italia spenta dal rosso
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Dalla gioia alla delusione. Dal dominio alla sofferenza. Stavamo vivendo una notte magica come quelle che regalò da queste latitudini Totò Schillaci, il cui omaggio prima del match è stato commovente. Tutto bello, anzi bellissimo, per 40 minuti, poi un'entrata improvvida di Pellegrini - lo spartiacque evocato dal Ct alla vigilia - che ci ha lasciato in dieci e che ha reso la notte cupa e sofferta, oltre che piena di nubi e non solo in senso atmosferico. D'accordo, sarà anche solo Nations League, ma da qui passa già il futuro azzurro. E di colpo la svolta di Luciano Spalletti post Europeo si è sgretolata.

Eravamo in pieno controllo della gara, era un'Italia tonica, lucida e padrona del campo, Dimarco arava la fascia come sa fare benissimo, Ricci dettava il ritmo in regia con grande personalità, quella che anche Tonali offriva insieme a forza e qualità. Insomma, la formula del gruppo ristretto, dei titolarissimi riproposti dopo il colpaccio in Francia e dell'armonia ritrovata nello spogliatoio con i tanti giovani presenti stava funzionando alla grande.

Una partenza sprint e quella splendida azione durata 61 secondi che coinvolge quattro giocatori diversi con dodici passaggi e si chiude con il primo gol in azzurro dello juventino Cambiaso. Un gol così veloce gli azzurri non lo segnavano dall'amichevole pre Confederations Cup di Rio de Janeiro con Haiti dell'11 giugno 2013 (anche allora in gol uno juventino, Giaccherini, che stava però per trasferirsi al Sunderland). Ricci detta il ritmo, Tonali è sempre più dentro il gioco con forza, qualità e personalità. Il gol di Retegui - ancora su un'azione collettiva che stava per portare al bis di Cambiaso - stava legittimando il vantaggio azzurro, con la conferma del buon momento dell'attaccante atalantino. La gara era già in mano, Spalletti appariva soddisfatto dell'orchestra azzurra.

Ma è bastato un gesto evitabile per smontare il castello azzurro e ridare vigore a un Belgio con poca qualità (difficile regalare giocatori del calibro di De Bruyne e Lukaku) e che fino ad allora aveva faticato a leggere la gara con Doku, la mossa tentata da Tedesco per frenare lo scatenato Dimarco, mai in grado di stoppare l'azzurro. Al 40' inizia un'altra gara: entrata con il piede a martello su Theate del 10 azzurro Pellegrini, sul proprio campo dove da settimane è oggetto di fischi da parte dei tifosi romanisti. Un'entrata giudicata da giallo e dopo la revisione del Var trasformata in rosso. «Non le fate queste cose...», il labiale di Spalletti verso il suo giocatore.

Dalla punizione successiva arriva il gol di De Cuyper e la sofferenza azzurra. Difficile con l'uomo in meno rimanere alti in pressione sulla costruzione del Belgio che pareggia con Trossard quando la spinta a inizio ripresa si fa maggiore.

Lo svarione di Bastoni che interviene poi in area su Openda ci fa salire un brivido sulla schiena (il Var conferma che non c'è fallo come aveva giudicato l'arbitro Eskar) ma l'Italia rischierà di perdere. Anche se Frattesi protesterà alla fine per un tocco di mano in area di Faes, ma si sa oggi le regole sono cambiate... E nel finale esordio con giallo per Pisilli.

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