"L’accanimento terapeutico va sempre escluso, rispettando il valore supremo della vita e aspettando che ogni paziente trovi la sua morte personale". La pensa così l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola.
A margine di una visita all’istituto nazionale dei tumori, Scola ha dichiarato che "una volta che la vita è voluta, difesa, affermata fino in fondo, non può non essere la volontà del paziente, del medico, dei familiari ad entrare in gioco, caso per caso questa mia affermazione non va relativizzata: la vita va difesa fino all’ultimo alito".
Il cardinale ha incontrato bambini e ragazzi ricoverati nel reparto di pediatria oncologica e ha affrontato anche questioni più concrete, come quella delle cure palliative: "Il tema va affrontato a partire non dall’ideologia, ma dalla pratica, dal bisogno dei
pazienti".Infine un riferimento anche alla scarsità di investimenti nella ricerca: "È un problema che attanaglia il nostro Paese da tanti anni: mi auguro che si diffonda una nuova cultura politica".
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