Elsa Fornero ha incontrato ancora una volta le parti sociali, quello che lei stessa ha definito "non un dialogo tra sordi, ma un dialogo sempre proficuo". Ma stavolta il tavolo è servito solo per illustrare il testo della riforma del lavoro messo a punto dal governo e che domani approderà al Consiglio dei ministri. Da lì, il provvedimento dovrebbe passare al Parlamento attraverso una legge delega, anche se il ministro del Welfare ha precisato che sarà Mario Monti a sceglier il veicolo normativo.
"So che c’è molta attesa, impazienza e incertezza. Ma anche stasera non consegneremo il documento che rappresenta il risultato del dialogo, che secondo alcuni è durato troppo secondo altri troppo poco, ma per noi sufficiente per idee mature", ha detto la Fornero precisando che il testo integrale della riforma sarà disponibile domani. In ogni caso il provvedimento esaminerà l'intero mercato del lavoro e "consta di un indice lungo una pagina e mezza, e l’articolo 18 è il punto tre". "Vedete quanto poco è di questo documento", sottolinea il ministro, "Il documento tecnico ha molti aspetti, non solo uno su cui tutti discutono, senza considerare le connessioni con il resto".
In ogni caso, ha aggiunto, "Non aboliamo l’articolo 18, ma tendiamo a distinguere le fattispecie del discriminatorio, del licenziamento di carattere oggettivo per il quale prevediamo l’indenizzo e del licenziamento a carattere disciplinare soggettivo per il quale diciamo che sarà il giudice a decidere tra il reintegro e indennizzo". Sulla sua modifica sono contrari Cgil e Ugl. E questo nonostante il governo non faccia "nessun passo indietro" e non intenda dare "alle imprese la libertà di licenziamenti facili". Anche per questo la Fornero ha precisato che il tema dell'articolo 18 non sarà stralciato dalla riforma: "dobbiamo difendere l’integrità della riforma altrimenti
vengono fuori mostriciattoli".
E chissà che da qui al 2013 il governo Monti non ritocchi anche il contratto degli statali: "Non era nel mio mandato di intervenire sulla funzione pubblica, ma questo non vuol dire che non interverremo. Il governo valuterà che cosa deve essere fatto, o ancora fatto, sul pubblico impiego perchè molto è stato fatto", ha detto il ministro.
Entrando nel merito, il ministro ha precisato che "avremmo potuto intervenire con l’accetta, buttando via tipologie contrattuali, ma abbiamo preferito agire in maniera più mirata" sulla flessibilità. L’obiettivo del governo è, come già detto altre volte "di valorizzare la flessibilità buona e contrastare quella cattiva, contrastare la precarietà. Per i giovani noi facciamo una azione abbastanza diffusa con freni, che dalla parte delel imprese sono dei costi, ma dalla parte buona sono dei freni all’uso improprio dei contratti flessibili". In particolare il governo ha lavorato "affinchè il lavoro a chiamata non diventi un surrogato del contratto a tempo indeterminato".
Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali la Fornero ha detto che l’Aspi (l'assicurazione
sociale per l'impiego) "partirà dal prossimo anno. C’è anche il mini Aspi per i lavoratori un pò più giovani". E ha aggiunto: "Sono tanti anni che si parla di ammortizzatori sociali, ma si stava sempre su quelli che c’erano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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