Intesa su giustizia, articolo 18 e intercettazioni. Il vertice svoltosi in serata a Palazzo Chigi tra i tre leader dei partiti di maggioranza Alfano, Bersani, Casini e il premier Monti ha portato a un'intesa su alcuni dei temi più delicati del dibattito politico.
Poco prima dell'inizio dell'incontro, il segretario del Pdl, Angelino Alfano aveva inviato al premier Mario Monti un tweet in cui aveva scritto: "Sì alla riforma del lavoro, no all’aumento del costo del lavoro per le imprese".
E sempre a proposito di twitter, il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini aveva pubblicato sul suo profilo una foto di gruppo insieme con Alfano e Bersani, con il commento: "Siamo tutti qui. Nessuna defezione".
A palazzo Chigi, erano presenti anche alcuni ministri, tra cui Elsa Fornero (Welfare), Corrado Passera (Infrastrutture e Trasporti) e Vittorio Grilli (viceministro dell’Economia).
Il governo e i leader dei partiti di maggioranza hanno trovato una intesa sulla giustizia. E' in arrivo un emendamento sul ddl corruzione. Si è convenuto, secondo quanto si è appreso, di trovare una soluzione equilibrata anche sulla responsabilità civile dei magistrati, sull' articolo 18 e sulle intercettazioni.
Sul tema della giustizia, il governo e i partiti hanno trovato un'intesa: l'esecutivo presenterà un emendamento al ddl Alfano-Brunetta, attualmente in discussione in commissione giustizia della Camera, in modo da recepire alcune modifiche. In particolare il governo studierà nuove fattispecie. L'intervento riguarderà le norme relative alla corruzione fra privati, al traffico delle influenze e alla revisione della pena sulla corruzione. Si sta inoltre valutando di rivedere il reato di concussione, come chiesto dall'Ocse.
Passi avanti dal vertice (ancora in corso) si registrano anche sul tema della responsabilità civile dei magistrati: si é convenuto di trovare una "soluzione equilibrata" con un emendamento che sarà presentato al Senato. Durante il vertice si è discusso anche di intercettazioni. Sembra probabile, riferiscono fonti di governo, che sarà ripreso il tema o attraverso una revisione del vecchio disegno di legge presentato in Parlamento o, più probabilmente, con un nuovo provvedimento dell'Esecutivo.
Infine, per quanto concerne il mercato del lavoro e le norme relative all'articolo 18 che regolano le cause di licenziamento, si è deciso di provvedere con modifiche che "accelerino" i processi e di propendere verso il "modello tedesco»" (in caso di licenziamento ingiustificato, il lavoratore avrebbe diritto, a discrezione del giudice, o al reintegro o all'indennizzo fino a 18 mensilità e non a entrambi come accade ora).
Per quanto riguarda la riforma del mercato del lavoro, il governo preme sull'acceleratore. Ieri lo aveva annunciato il ministro del Welfare Elsa Fornero, oggi lo ha ribadito anche il presidente del Consiglio Mario Monti: entro la fine del mese il governo e le parti sociali dovranno raggiungere un accordo sulla riforma del mercato del lavoro. In questo senso Palazzo Chigi ha convocato, d'accordo con il ministro del Lavoro, le parti sociali martedì prossimo. "Il confronto sulla riforma del mercato del lavoro è in dirittura d’arrivo - ha detto il premier - il risultato verrà portato in Parlamento". Anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani è ottimista: "L'intesa è possibile anche se ci sono ancora problemi". A smontare l'ottimismo del Professore, ci pensano le piccole e medie imprese che paventano l'aumento del costo del lavoro. Se così fosse le associazioni che aderiscono a Rete imprese potrebbero, infatti, decidere di disdettare i contratti collettivi di lavoro.
Per Monti il confronto sulla riforma del lavoro è "in dirittura d’arrivo". Alle commissioni Attività produttive e Finanze della Camera il presidente del Consiglio ha assicurato che il risultato verrà portato in parlamento.
Mentre i sindacati sembrano contenti dei risultati ottenuti ieri dall'incontro con la Fornero, le pmi replicano duramente al governo. "Se aumenterà il costo del lavoro per le piccole e medie imprese così come previsto dalla bozza di riforma del mercato del lavoro - ha annunciato Rete Imprese - le nostre associazioni potrebbero decidere di disdettare i contratti collettivi di lavoro". Rete Imprese Italia associa cinque organizzazioni dei settori del commercio, servizi, turismo, pmi manifatturiere e delle costruzioni: Cna, Confartigianato, Confesercenti, Casartigiani e Confcommercio.
Il settore del terziario e artigianato somma 4,2 milioni di imprenditori compresi i coadiuvanti. Il bacino interessato da un’eventuale disdetta dei contratti nazionali ammonta a un totale di 6 milioni 850mila lavoratori: è circa il 54 per cento della forza lavoro del settore privato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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