L'azienda sotto attacco. Il "disappunto" dell'ad

L'ennesimo caso attorno a un dirigente già nel mirino scatena gli oppositori. Offensiva Usigrai: "Linguaggio indegno"

L'azienda sotto attacco. Il "disappunto" dell'ad
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«Disappunto» è un eufemismo. Ieri mattina nella stanza dell'amministratore delegato Giampaolo Rossi sono volate parole pesanti. Comunque sia andata la vicenda, il direttore Paolo Corsini ha esposto l'azienda a una pessima figura. Quella parola infame detta davanti alle telecamere di «Piazza Pulita» e secondo Corrado Formigli rivolta a lui medesimo, hanno mandato su tutte le furie il responsabile di viale Mazzini. Già l'azienda si trova sotto continuo attacco, sotto il fuoco incrociato della politica e di gran parte della stampa, figuriamoci cosa possono aver provocato le scomposte esternazioni del responsabile della direzione approfondimenti della tv pubblica trasmesse l'altra sera dal programma de La7 e commentate duramente da Formigli. Non per nulla Rossi ha fatto sapere di «esprimere il proprio disappunto per l'episodio che lo ha visto coinvolto». L'ad ha inoltre «dato mandato alle direzioni competenti di valutare eventuali elementi sotto il profilo disciplinare in riferimento a quanto andato in onda nella trasmissione Piazza pulita».

Più leggero il tenore delle dichiarazioni di Roberto Sergio, direttore generale della Rai: «Ci saranno da parte dell'azienda valutazioni giuste rispetto

a quanto accaduto. C'è una pressione quotidiana che viene fatta e questo comporta che in alcuni casi si possa anche non avere la tenuta giusta e la pazienza giusta». Non è facile la situazione, soprattutto perché il dirigente è già stato duramente criticato in passato per la partecipazione in qualità di militante alla manifestazione di Fratelli d'Italia Atreju e per la vicenda devastante che ha portato alla cancellazione del monologo di Antonio Scurati dal programma Che sarà della Bortone.

Molto critico anche l'Usigrai, il sindacato interno. «Non è degno di un alto dirigente della Rai il linguaggio usato dal direttore degli approfondimenti, non rappresenta solo se stesso nel ruolo che riveste, ma la Rai tutta. L'Usigrai confida nei vertici dell'azienda per una verifica puntuale sul rispetto del codice etico e di disciplina»

Da parte sua Paolo Corsini ribadisce che quell'epiteto «infame», come gli si sente dire chiaramente a fine video, si riferisce al gradino, cioè - spiega - era come un'imprecazione per il timore di inciampare. «Sono giorni che zoppico per un problema al ginocchio, tanto che faccio magnetoterapia tutti i giorni, anche in Rai, come tutti sanno e vedono». E, chi ha parlato con lui in queste ore, racconta che quella frase detta alla giornalista che lo inseguiva fuori dalla festa del «Tempo» («No comment. All'amico Formigli dica che si guardasse nella coscienza») si riferisce al fatto che più volte «Piazza Pulita» ha parlato

del manager in maniera che lui ritiene indegna (come nel caso della foto del padre bambino vestito da balilla che lui aveva postato in ricordo del papà morto). E, sempre chi gli è vicino racconta che il dirigente è molto nervoso e stressato e che si è sentito assediato senza motivo dalla collega di «Piazza Pulita», anche se questa non giustifica queste brutte uscite.

Del resto sul suo tavolo passa di tutto: dalla vicenda oltremodo scottante Report-Giuli ai flop di talk come «L'altra Italia» (il nuovo programma del giovedì di Raidue). La tensione nella sua stanza di viale Mazzini è altissima. Come del resto lo è in tutta la Rai, dove all'ordine del giorno si devono affrontare attacchi interni ed esterni, pugnalate alle spalle ed errori madornali.

Comunque tra i dipendenti e i vertici della Tv pubblica le preoccupazioni maggiori non sono certo rivolte alle intemperanze di Corsini, ma piuttosto ai tagli

di bilancio imposti dalla manovra che, nei prossimi anni, andranno a incidere sulle spese per il personale. Il che significa tagli agli stipendi e anche ai compensi per tutti i comparti dell'indotto, dal cinema alla mensa.

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