Il Berlusconi trattativista è quello che in tarda mattina affida al sito forzasilvio.it una nota che lo stesso Cavaliere definisce in privato «l'ennesima prova di responsabilità». Un gesto di distensione nei confronti di Bersani, in giorni in cui il segretario di largo del Nazareno è alle prese con un durissimo scontro all'interno del suo partito, mentre il M5S ribadisce con forza il suo «no» a qualsiasi esecutivo a guida Pd e dopo un mese e passa in cui Bersani non ha fatto che ostentare pubblicamente la conventio ad excludendum nei confronti del Pdl. «Più di questo ripete l'ex premier nelle sue telefonate private davvero non posso fare. Ora la palla passa a Bersani».
Il Cavaliere, in effetti, non solo si dice nuovamente disponibile a sostenere un governo guidato dal segretario del Pd, ma fa altri due passi avanti: definisce il voto anticipato l'ultima ratio perché sarebbe un danno per il Paese e promette di non volere per lui alcun incarico, né al Quirinale (ipotesi mai davvero esistita se non nelle ricostruzioni giornalistiche) né in un eventuale esecutivo di larghe intese. Non è un passo indietro, ma di certo è un modo per rendere la strada più percorribile a Bersani. Ma la vera mano tesa arriva sul Quirinale visto che il leader del Pdl si limita a parlare di «scelta comune», di una figura che sia «simbolo di unità» e «garanzia per tutti». Come qualche ora dopo farà anche Alfano, insomma, non si chiede che la designazione arrivi dal centrodestra ma ci si limita a parlare di «figura non ostile agli elettori del Pdl».
Tutte aperture, quelle che arrivano da Arcore, accompagnate da un cessate il fuoco di non poco conto. Giovedì, infatti, più che affondare sullo strappo di Renzi il Pdl si è concentrato sul caso Onida e anche ieri lo scontro all'interno del Pd non è stato materia di polemica. «Sono cose loro», è il leit motiv di via dell'Umiltà. Ma è chiaro che se il clima fosse stato un altro anche la reazione sarebbe stata diversa.
E il fatto che ormai da tempo Berlusconi batta sulla linea della responsabilità non è passato inosservato neanche al Quirinale. Ieri, infatti, Quagliariello ha incontrato Napolitano per affrontare il caso Onida. «Ho apprezzato il senso di responsabilità di tutti e soprattutto di chi era più coinvolto», ha detto il presidente della Repubblica a Quagliariello. E il «più coinvolto» era con ogni evidenza Berlusconi.
Continuano, dunque, i contatti con Bersani alla ricerca di un'intesa. Se sull'indicazione di un capo dello Stato «condiviso» sembrano non esserci grandi ostacoli (i nomi sono quelli di Amato e Marini), resta però il nodo del governo di larghe intese e il punto di mediazione potrebbe essere quello di ministri di «area» invece che esponenti politici dei due schieramenti.
Berlusconi, però, non tralascia l'eventualità urne. Ecco perché il Pdl continuerà a presidiare la piazza.
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