L'Emilia di Schlein e di Prodi ora respinge i migranti

La rivolta dei sindaci: "Troppe violenze e aggressioni. Non possiamo più ignorarle"

L'Emilia di Schlein e di Prodi ora respinge i migranti
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Abbiamo finito tutte le possibilità di accoglienza». L’Emilia rossa dell’accoglienza e dell’efficienza amministrativa alza bandiera bianca, denuncia una situazione ormai fuori controllo dopo mesi di flusso ininterrotto di migranti sulle coste italiane, e dice «basta arrivi».
Dopo un lungo braccio di ferro, ieri il Viminale ha deciso di dirottare altrove i circa 100 migranti che sarebbero dovuti arrivare dalla Sicilia proprio a Bologna: 75 andranno in Campania, 25 in Calabria. Nella regione di Schlein, Bonaccini e Prodi gli amministratori sono in rivolta: di fronte ai numeri reali e in continua crescita degli sbarchi e delle relative redistribuzioni regionali e comunali dei mi« granti, i sindaci Pd si uniscono a quelli del centrodestra nell’ammettere che il punto di saturazione è stato superato, con conseguenti problemi non solo logistici ed economici, ma anche di ordine pubblico. E per la sinistra schleiniana si tratta di una svolta non facile da gestire. Al grido di dolore di Bologna si unisce anche Modena, dove un ventenne straniero è stato accoltellato in pieno centro. «Non possiamo girarci dall’altra parte - dice il sindaco dem Giancarlo Muzzarelli - rispetto a una realtà che negli ultimi tempi, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, ha visto un aumento di aggressioni e violenze mentre sul territorio sono triplicati i trasferimenti di migranti, senza un’adeguata rete di accoglienza». Tra una sinistra che - come sottolinea anche in sindaco dem come Giorgio Gori - aveva fatto dell’«accogliamoli tutti» una facile parola d’ordine.
Per la sinistra schleiniana si tratta di una contraddizione non facile da spiegare, tra gli slogan politici e la concreta realtà che gli amministratori Pd (al pari di quelli di maggioranza) si ritrovano a tentare di gestire sul territorio. La segretaria provinciale del Pd di Bologna, Federica Mazzoni, accusa l’esecutivo di centrodestra di voler «penalizzare» la città e la sua amministrazione di sinistra: «Non accettiamo lo scaricabarile sull’accoglienza - dice - il governo, col decreto Cutro, ha smantellato l’accoglienza. E ora sta cercando di creare l’emergenza, mandando il sistema al collasso sulla pelle dei Comuni. Ma non staremo in silenzio». Anche il sindaco di Prato Matteo Biffoni lamenta: «Il governo Meloni aveva promesso stop sbarchi, adesso ha creato il caso, e il ministero dell’interno non risponde, non dà informazioni adeguate nè ai sindaci nè ai prefetti, nessuno sa i criteri di ripartizione nè cosa accadrà nei prossimi mesi».
Intanto il primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori decide di ricorrere alle carte bollate per sollevare il tema dei minori non accompagnati. Il loro numero aumenta di ora in ora, a Bergamo sono già più di 250. E il sindaco dem promuove una diffida e un ricorso al Tar sulle competenze della loro gestione: a chi tocca mantenerli?
Allo Stato, che però scarica la patata bollente sui sindaci, o ai comuni già in affanno dove vengono smistati? «La legge è chiara: il ruolo dei comuni dovrebbe essere solo sussidiario, invece lo Stato gioca allo scaricabarile, e con il decreto Cutro ha abbassato il costo dell’accoglienza per i minori».


Gori, esponente di punta del Pd riformista, non le manda a dire neppure alla sua parte politica: «Sull’immigrazione - avverte qualunque semplificazione demagogica è inutile. Vale per le sparate di Meloni e Salvini, ma anche per l’“accogliamoli tutti“ che ha sedotto certa sinistra. Occorre un forte senso di realtà, da parte di tutti».

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