Ancora poco e dovremmo esserci. Ci sono ancora alcuni nodi da scigliere, ma la lista dei dicasteri con giustapposto il nome del ministro dovrebbe essere pronta. C'è ancora qualcosa da limare. Ballano le poltrone di peso: va trovata la quadra su ministero di via Arenula, sulla Farnesina e, soprattutto, sulla figuara a cui affidare le politiche economiche. Lo scranno di via XX Settembre è infatti fondamentale nel risiko che il premier incaricato Enrico Letta sta cercando di mettere insieme in queste ore. È una lotta contro il tempo per tirare dritto sulla strada tracciata dal presidente del Consiglio Giorgio Napolitano e per assicurarsi l'appoggio di Pdl, Pd e Scelta civica e provare ad agguantare anche la fiducia della Lega Nord. Insomma, un puzzle le cui tessere devono essere ancora sistemate.
Proseguono le trattative in vista della nascita del governo Letta. In mattinata era cresciuto l’ottimismo tra Pd e Pdl sulla buona riuscita del tentativo del vice segretario del piddì di mettere insieme l'esecutivo tanto che a Montecitorio, dove il premier incaricato è riunito con il suo staff, si davano per certi lo scioglimento della riserva e il giuramento già domani pomeriggio. Tuttavia, non tutti i nodi sono stati sciolti. Tanto che oggi pomeriggio i vertici di via dell'Umiltà sono stati riuniti a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi proprio per affrontare le criticità. Fonti pidielline riferiscono che sarebbero tornati a volare i "falchi" ponendo sul tavolo la questione dell’opportunità o meno di siglare l’accordo con i democrat per dare il via libera al governo. In mattinata Letta è stato ricevuto dal capo dello Stato per riferire dell’esito delle consultazioni di ieri e in quella sede si sarebbe verificato che il tentativo sta prendendo sempre più corpo, tanto che il premier incaricato avrebbe potuto rassicurare sul timing Napolitano con il giuramento previsto per domani. Domenica servirebbe a Letta per scrivere il discorso programmatico con cui intende presentarsi alle Camere per la fiducia già lunedì mattina. Un discorso a cui i suoi collaboratori stanno già lavorando e che verte su tre pilastri fondamentali: il piano economico per uscire dalla crisi economica, la riforma della politica e delle istituzioni e l'impegno a chiedere all'Unione europea politiche improntate più sulla crescita che sul risanamento del debito pubblico.
Non appena sceso dal Quirinale, dove poco dopo è entrato il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, Letta ha incontrato il premier uscente Mario Monti per parlare di "programma e architettura del governo". A quanto si apprende da fonti vicine al vice segretario del Pd, oltre ai nodi programmatici, dovrebbero essere ancora sciolti anche i nodi sui dicasteri principali. Ancora da riempire, appunto, le caselle di Esteri, Economia e Giustizia. Il segretario della Lega Nord Roberto Maroni ha messo in guardia il premier incaricato da "grossolani errori" come quello di mettere Giuliano Amato o Monti nel nuovo governo. Tuttavia, per la Farnesina resterebbe ancora alto il nome di Monti che, però, si sarebbe riservato di decidere se entrare a far parte dell'esecutivo. Per la Farnesina resta alto anche il nome di Massimo D’Alema. Per il ministero di via XX Settembre, dopo il "no" di Berlusconi a Maurizio Saccomanni, si fa strada l’idea del vice direttore generale della Banca d’Italia Salvatore Rossi o del vicedirettore generale dell'Ocse Piercarlo Padoan. Uno tra Michele Vietti, Luciano Violante e Fernanda Contri potrebbe essere, invece, il nuovo Guardasigilli.
I contatti dunque proseguono frenetici per limare sia i punti programmatici sia la lista dei ministri. Un incontro tra Letta e lo stesso Berlusconi al momento non è in programma, ma non è escluso che si possa tenere in serata, per risolvere eventuali ultimi nodi e suggellare l’accordo definitivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.