A lezione di buon vicinato. "La casa non è una trincea"

Oltre 2 milioni le liti tra condomini ogni anno. E a Torino si corre ai ripari: corsi di comportamento per evitare le guerre (pure le più futili) tra inquilini

A lezione di buon vicinato. "La casa non è una trincea"

Se la casa diventa trincea, il ripostiglio si trasforma in arsenale, il pianerottolo somiglia a una testa di ponte e le scale vengono improvvisate luogo di guerriglia, è molto probabile che nel condominio intervengano prima o poi i caschi blu dell'Onu. Ovviamente è un'iperbole, ma le «guerre» di condominio sono abbastanza frequenti nel nostro Paese: sono circa 2 milioni all'anno le scaramucce tra condomini, con 350mila che trovano soluzione amichevole davanti al giudice di pace e 200mila costrette al redde rationem in Tribunale.

Per placare lo spirito belligerante verso chi abita accanto, l'Atc, l'ente pubblico che gestisce le case popolari a Torino, ha indetto dei veri e propri corsi di buon vicinato: «L'idea è venuta a seguito delle innumerevoli segnalazioni di condomini che si lamentavano per il comportamento di vicini di casa», spiega Carola Quaglia, portavoce dell'Atc. Gli incontri saranno in tutto quattro e si terranno tra maggio e giugno in corso Lecce, corso Grosseto, via Parenzo e via Verolengo.
Per due ore, gli «allievi» attaccabrighe si siederanno l'uno accanto all'altro (senza azzuffarsi, si spera) per apprendere le basilari norme di comportamento in un condominio. Undici in tutto, tra cui abbassare il volume della musica e della televisione, utilizzare attrezzi rumorosi solo durante il giorno, non far colare l'acqua nei balconi sottostanti, non utilizzare tacchi o zoccoli in casa, avvisare i vicini dell'organizzazione di una festa. Gli incontri saranno anche l'occasione di arrivare a una pacificazione tra vicini in guerra, con la mediazione degli agenti del Nucleo Prossimità della Polizia Municipale torinese, che nel 2011 ha siglato con l'Atc un protocollo d'intesa per risolvere le conflittualità che possono spuntare all'interno di uno stabile.
E il 7 giugno, come da 8 anni a questa parte, Torino celebrerà la «Festa dei Vicini» nei vari quartieri della città: «Vogliamo che la gente esca di casa», racconta Quaglia, «ognuno porta qualcosa da mangiare o da bere e si respira un bel clima di festa». L'atmosfera giusta per poter mettere da parte eventuali dissidi.

Ma, tornando ai corsi, i diretti interessati come reagiranno? «Ci aspettiamo un buon numero di adesioni», afferma Quaglia, «perché le tante segnalazioni raccolte ci fanno capire che moltissima gente è sensibile all'argomento». E già, perché a noi italiani girano abbastanza spesso quando veniamo infastiditi. È possibile pure stilare una hit parade dei comportamenti più diffusi che accendono la furia dei condomini: al primo posto spiccano, a sorpresa, i «mobili spostati nella notte», che disturbano il sonno dei vicini. A seguire, il volume alto della musica, gli schiamazzi dei bambini, auto abbandonate nei cortili e mai spostate, i parcheggi «creativi», la spazzatura cestinata in maniera sbagliata. C'è poi chi organizza megagrigliate sul balcone di casa, finendo per affumicare tutto il vicinato.

In fondo, per risolvere questo tipo di problemi basta solo un po' di buonsenso.

E magari evitare di imitare un 80enne di Roma, che due anni fa salì a bordo di una ruspa, scambiata evidentemente per un carro armato, per cercare di demolire l'abitazione dei vicini, con cui era in lite da tempo. Meno male che non erano guerre.

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